Al Palermo è arrivato un nuovo salvatore della patria: si tratta del signor… Maurizio Zamparini. No, non è un lapsus. E’ lo Zamparini di sempre. Quello finito ai domiciliari. Quello che ha guidato la società per sedici e anni e rotti e che alla vigilia di Natale dello scorso anno rifilò un pacco memorabile ai suoi ex tifosi, cedendo – si fa per dire – a una cordata inglese fantasma. Che, poi, attraverso i suoi legali decise di mettere in mora a causa del mancato saldo. Ecco, quel Maurizio Zamparini è tornato. E non si è capito ancora a che titolo. Pur non avendo più le redini del controllo – così ha giurato il neo presidente Rino Foschi quando ha deciso di rilevare il club da Sport Capital Group LTD – ha pagato 2,8 milioni di euro (attingendo al vecchio debito maturato da Alyssa, una holding lussemburghese) per pagare gli stipendi dei calciatori, oltre alle ritenute Irpef e ai contributi Enpals. Un gesto magnanimo che, oltre a garantire ai calciatori un proseguo sereno, evita al club la scure della penalizzazione in classifica: niente -4 e via spediti verso la Serie A (ma servono i risultati sul campo).
Zamparini è tornato anche se materialmente rimane fuori da tutto. Anche se forse non lo è mai stato. I due garanti che sono subentrati agli inglesi si chiamano Rino Foschi e Daniele De Angeli. Il primo, storico direttore sportivo che adesso è diventato presidente, ha con l’imprenditore friulano un rapporto di fiducia (talvolta un po’ minato dalle congiunture societarie) che va avanti da lustri. E la De Angeli, che era presidente dell’ultimo Cda prima dell’avvento di Clive Richardson ed Emanuele Facile, è la storica amministratrice dell’ex patron. Ex soltanto sulla carta.
Quello che la famiglia Zamparini avrebbe fatto per garantire il futuro del club, in attesa di un compratore che si materializzi all’orizzonte, è la stessa identica mossa di Dario Mirri un mese fa: liquidare le spettanze ai giocatori ed evitare scossoni in classifica. Nel caso specifico, ha immesso i 2,8 relativi al debito di Alyssa, che sarebbero dovuti entrare nelle casse del club lo scorso 30 giugno. E’ abbastanza complesso tracciare i soldi che si muovono dalle parti di via del Fante. Dove sono ancora alle prese con un debito che ammonta a 47 milioni di euro. Zamparini, da padre nobile (o burattinaio in carica?), ha fatto il gesto.
Adesso il Palermo dovrà tornare a giocare a carte scoperte. Da qui alla fine del campionato, che potrebbe culminare con una promozione in A, bisognerà trovare un gruppo acquirente. Sul tavolo i soliti noti: la cordata riconducibile al proprietario del Genoa, Enrico Preziosi, gli americani di York Capital (che hanno in Gianluca Vialli un ambasciatore italiano di grido) e Raffaello Follieri, l’imprenditore foggiano che qualche settimana addietro tentò di rilevare i rosanero dalla schizofrenica gestione inglese. Intanto si va avanzi. Con (e grazie) a Zamparini.