Lo spettacolo dell’Etna. Vi ho visti postare le foto della lava, wow, meraviglia, la lava che viene giù dal vulcano e quando ricapita più, aspetta, zumma, vai più vicino, uh che bellezza.
Al tg turisti entusiasti confessano in aeroporto, appena atterrati a Catania, di avere la fregola di precipitarsi sull’Etna a guardare lo spettacolo da vicino. Lo spettacolo. Cioè uno atterra a Catania dopo avere sorvolato il vulcano incazzato e la prima cosa che fa, anziché rifare il biglietto e tornarsene a Milano, è quella di precipitarsi proprio a due passi dalla bocca del leone. Per vedere da vicino l’effetto che fa.
Sarà che a me il vulcano che erutta lapilli e promette minacce impaurisce, e anche parecchio, ma qualcuno riesce a trovare le parole giuste per spiegarmi l’eccitazione per il vulcano che si accende dopo anni? Da dove viene questa inspiegabile eccitazione, questa voglia improvvisa di Stupore che cancella, ignora, elimina, il potenziale pericolo, che declassa il rischio a fattore accettabile e quindi marginale? Le piccole scosse si sono trasformate, com’era ampiamente prevedibile, in un terremoto brutto, che ha danneggiato paesi e comunità.
Lo spettacolo che si fa tragedia: dietrofront compagni, tutti su Facebook e un abbraccio forte agli amici catanesi. Ma voi non eravate gli entusiasti figli del primordiale spettacolo della natura? Non eravate voi gli impavidi che guardavano sognanti i lapilli che venivano fuori dall’Etna incazzato? Solo a me tutto questo faceva paura? Solo io ero lì a preoccuparmi, solo io avevo presentimenti per nulla rassicuranti, mentre voi gridavate wow?