La nota espressione “restare coi piedi per terra” potrebbe adattarsi bene, in chiave ironica e sconsolata, ai tanti siciliani che sperano di trascorrere a casa le vacanze. Tra prezzi incendiari e i classici inconvenienti, anche il rientro in patria rischia di trasformarsi in stress. Che, a confronto, meglio due settimane in ufficio. Per informazioni chiedere a un gruppo di palermitani che qualche giorno fa non erano riusciti a decollare da Malpensa per Punta Raisi, dopo che il volo era stato cancellato per un guasto al radar dell’aeromobile e la compagnia (Ryanair) non aveva fatto nulla per ri-proteggerli. Un calvario.
Le low-cost, se tutto procede per il verso giusto – quindi al netto di overbooking, bagagli smarriti, voli cancellati, guasti vari – sono la più grande invenzione del secolo. Consentono di volare e risparmiare (non sempre, in verità). Ma se uno soltanto di questi elementi s’inceppa, è la fine. Anche perché le varie compagnie, da Ryanair in giù, non garantiscono ri-protezione e rimborsi in caso di ritardi o cancellazioni, né si preoccupano di illustrare agli sventurati di turno la carta europea dei diritti del passeggero. Con cui i “poveracci” potrebbero rivalersi sulle compagnie sfilando dalle 250 alle 600 euro di risarcimento in caso di omissioni o negligenza. Per i vettori sarebbe un vero e proprio salasso.
I siciliani, in questo dramma di mezza estate, sono le categorie più coinvolte non avendo un sistema di trasporto alternativo. Raggiungere Roma in treno significa sperpero di tempo e di denaro, farlo in autobus non avvertire più il sedere dopo dodici ore trascorse su un sedile indecente. Se proprio vuoi perdere dodici ore del tuo tempo, meglio le attese in aeroporto.
Ammesso che in aeroporto riesci ad arrivarci. Già, un piccolo inciso va considerato ex novo. Le low-cost, in estate, perdono la loro principale connotazione – il risparmio – e si comportano alla stregua delle altre compagnie. Volare dalla Sicilia a Milano e viceversa, può costare fino a 700 euro. Fare rotta su Shanghai o New York è persino più conveniente: ne servono dalle 400 alle 500.
Ci sarebbe da sorridere se non si trattasse di un vero e proprio dramma. Che migliaia di studenti o lavoratori fuori sede rivivono appena si affaccia luglio: le ferie al mare? Scòrdatele. A meno che non ci si pensi mesi prima (impossibile quando c’è un lavoro di mezzo), molti sono costretti a rinunciarvi. Il governo Conte ha annunciato un tesoretto da 31 milioni per garantire la continuità territoriale a Trapani e Comiso, ossia quei prezzi calmierati dei biglietti aerei che la Sardegna adotta da anni. Sarebbe uno squarcio di sereno. Non la panacea di tutti i mali.