Adesso che si sono giocati anche gli sconti, alla Regione non resta che una presa d’atto: ogni tentativo di calmierare il prezzo dei voli, specie durante il periodo natalizio, è fallito. I contorni nebulosi dell’iniziativa assunta da Schifani & Aricò non ha impedito alle compagnie aeree – come ampiamente preannunciato da questo giornale – di applicare un rincaro (spaventoso) sui prezzi. Il report realizzato ieri dall’edizione palermitana di Repubblica rivela che un volo Roma-Palermo, andata il 23 dicembre e ritorno il 7 gennaio 2022, costava in media 522 euro con Ita Airways. Quest’anno, categoria Economy, oscilla tra i 583,42 e i 697,42 euro, dall’ 11,2% al 33,5% in più. Basta questo esempio, uno dei tanti, per capire come le stesse compagnie che hanno beneficiato dalla mancia da parte dell’assessorato alle Infrastrutture (ci sono in palio 33 milioni), in realtà aumentato i prezzi per realizzare maggiori profitti dalla vendita libera. Gli sconti sono stati praticamente annullati dai rincari.

Anche un bambino, alla vigilia del 24 novembre (quando una conferenza stampa celebrava l’impegno di Schifani), avrebbe volto la contraddizione della proposta. Avrebbe avuto senso offrire una scontistica dal 25 al 50 per cento se i vettori avessero messo un freno all’aumento dei biglietti, con una conseguente limitazione del libero mercato. Che, però, non può essere limitato (pena l’apertura di una procedura d’infrazione da parte della Commissione europea). Persino Aeroitalia, che all’inizio della propria esperienza in Sicilia aveva pensato di introdurre un tetto massimo di 150 euro per tratta, oggi applica le stesse tariffe, o quasi, dei rivali. Una simulazione freschissima eseguita ieri mattina, sulla tratta Fiumicino-Punta Raisi, vede impennare la tariffa a 310 euro (comprensiva di bagaglio a mano e il ritorno fissato per il 7 mattina all’alba). Volare sotto le feste è un’operazione proibitiva, ma da qualche giorno è diventata pure una doppia fregatura.

Non sarà così nei restanti periodi dell’anno – d’altronde lo sconto regionale avrà validità per 13 mesi – ma la soluzione prospettata dal presidente Schifani si è rivelata inadeguata per affrontare l’emergenza. C’è un altro fattore che evidenzia la beffa: chi richiede uno sconto del 25 o del 50%, non lo otterrà in fase di prenotazione, dal momento che i sistemi di prenotazione delle compagnie ancora non lo prevedono; bensì a rimborso, dopo che il biglietto e la carta d’imbarco saranno allegati al form di registrazione opportunamente compilato sul sito messo di SiciliaPEI messo a disposizione della Regione. Non si dice quando. Ci si affida alla pazienza e alla fiducia dei viaggiatori, che contestualmente alla richiesta dovranno fornire il proprio Iban, così che la Pubblica amministrazione – avranno provveduto ad ampliare il personale dedicato degli uffici del dipartimento Infrastrutture? – provvederà con un bonifico.

Una soluzione cervellotica che azzera i buoni propositi. Che evidenzia i limiti di una politica che ormai, da anni, è al corrente di questa piaga atavica, e che non riuscendo a individuare soluzioni strutturali, si aggrappa a tentativi disperati. Come questo. Schifani ha insistito con la storiella dell’ “aiuto concreto ai tanti siciliani che lavorano o studiano fuori sede e che desiderano tornare a casa in occasione delle prossime festività natalizie”. Ma è proprio per loro, specie per i lavoratori che possono beneficiare al massimo di un 25 per cento di sconto, che tornare a casa sarà un bagno di sangue. Altro esempio pratico, sempre dalle simulazioni di Repubblica: nel 2022 volare da Milano a Palermo con Ita Airways costava 633 euro in economy, quest’anno il prezzo oscilla tra 730,21 e 833,21 euro sempre in economy a seconda dell’orario, con un incremento dal 15,3% al 31,6%.

Ita, per altro, è la compagnia che di recente ha (ri)aperto i canali con il governo Schifani dopo le accuse di aver fatto “cartello” con Ryanair. Accuse pesantissime, sfociate in una segnalazione all’Antitrust. Breve inciso: proprio ieri l’Antitrust ha archiviato l’ipotesi di un’istruttoria perché “non sono state rinvenute prove di contatti tra le compagnie aeree volti, direttamente o indirettamente, alla fissazione coordinata delle condizioni di offerta dei voli” e inoltre “i dati raccolti non hanno consentito di concludere che i comportamenti, in particolare di prezzo, rilevati sul mercato siano univocamente riconducibili ad una concertazione tra i vettori volta ad uniformare le tariffe offerte”.

Quei “cattivoni” di Ita però erano già passati al contrattacco. Il nuovo Direttore generale della compagnia Andrea Benassi, qualche giorno fa ha presentato a Palazzo d’Orleans alcune iniziative come il “Flight pass giovani Sicilia”, un nuovo prodotto commerciale dedicato ai ragazzi dai 12 ai 25 anni che viaggiano sui voli Ita Airways da e per la Sicilia. Prevede tariffe bloccate in cambio dell’acquisto di un pacchetto di voucher da poter utilizzare da Catania e Palermo. Nel corso della stessa iniziativa, tralasciando qualsiasi discussione sul rincaro adottato da Ita medesima sotto le feste, Schifani ha spiegato di essere “molto contento del nuovo rapporto che si è instaurato con la compagnia di bandiera. Sono certo che si possa finalmente costruire un dialogo improntato alla massima collaborazione” con l’obiettivo di “valorizzare ancora di più il territorio siciliano ed incrementare i flussi turistici verso la Sicilia”.

E’ andata peggio con Ryanair. Dopo le liti furibonde dei mesi scorsi e una riappacificazione tardiva (con l’A.d. Wilson), la low cost irlandese ha deciso di non aderire all’Avviso esplorativo della Regione, rinunciando alle mance. Al contempo potrà applicare le tariffe desiderate, senza dover rendere conto a nessuno. In realtà i prezzi di Ryanair, al momento, sono un po’ più bassi della concorrenza (anche quelli già scontati), una strategia utile a raschiare il mercato e cooptare nuovi clienti. Ma non si esclude che nelle prossime settimane, magari dopo la fine delle feste, la compagnia possa scegliere di partecipare all’iniziativa siciliana, che peraltro ha già contribuito a modificare, con l’esclusione del tetto minimo dei 50 euro per l’applicazione degli sconti.

In questo valzer va sempre monitorata la posizione di Aeroitalia, che è stato Schifani a introdurre nell’Isola, in tre aeroporti su quattro, nella convinzione che avrebbe contribuito ad abbassare i prezzi, anche della concorrenza. E’ stata la concorrenza, invece, a costringere Aeroitalia ad alzare i propri, dal momento che già viaggiare a metà del carico – com’è accaduto finora – non sarà stato un affarone. I soldi della Regione, per Aeroitalia, sono balsamo sulle ferite. Un autentico ristoro per sopravvivere al duro inverno. Un modo per consolidare un rapporto che, come emerge da una recente inchiesta su ‘La Sicilia’ è strutturato a tal punto che Paolo Corona, il country manager, a Punta Raisi venga introdotto come “l’uomo di Schifani”. Nulla contro gli interessi legittimi delle aziende. Ma anche i cittadini hanno i propri, e fin qui sono stati puntualmente disattesi se non addirittura derisi.