La Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana ha un nuovo presidente: si tratta di Maria Elena Volpes, dirigente regionale di lungo corso, per tanti anni a capo del dipartimento ai Beni culturali. Aveva cominciato a godersi la pensione finché non è arrivata la chiamata del presidente della Regione, Nello Musumeci. Il decreto di nomina le è stato notificato a inizio febbraio. L’assessore al Turismo, Manlio Messina, aveva ufficializzato la sua investitura nei giorni in cui, dalle parti del Politeama, si aggirava il “fantasma” di Salvatore Di Carlo, l’ex usciere e addetto alla sicurezza del teatro, che si era autoproclamato presidente, comunicando ai lavoratori della Foss prima, e alle agenzie di stampa poi, una ricetta per risollevare le sorti della Sinfonica. Una ricetta per spingerla fuori da un vulnus “politico” generato dalle dimissioni dell’avvocato Stefano Santoro (in rotta col Comune di Palermo e con l’associazione Amici della Musica) e, prima ancora, dalla scelta del sovrintendente: l’Udc avrebbe voluto affidarla alle cure di Ester Bonafede, che non a caso venne nominata in prima battuta; salvo, poi, essere revocata per un conflitto d’interesse (e sostituita da Antonio Marcellino).
Sulla Sinfonica, nell’ultimo anno, si è abbattuto il ciclone della politica e di alcuni personaggi in cerca d’autore. Dalla nomina della Volpes, invece, ci si aspetta di ripartire: “Non le nego che quando sono arrivata qui regnava un po’ di confusione, ma stiamo lavorando per rasserenare gli animi. Fare musica non è soltanto un lavoro, ma soprattutto un dono: per questo vorrei restituire un po’ di felicità ai miei direttori d’orchestra. E’ bello vederli sorridere”.
Ci spiega come si è arrivati alla sua nomina? Sapeva niente di Di Carlo?
“Sono stata contattata direttamente dal presidente Musumeci e dell’assessore al Turismo (Manlio Messina), che mi hanno fatto la proposta. Dicendomi pure le difficoltà che avrei incontrato. Ma quelle mi erano già note leggendo i giornali. E’ stato antipatico mettere l’Orchestra sulla bocca di tutti”.
E dell’usciere che si incorona presidente cosa pensa?
“A un certo punto ho pensato che avessero cambiato idea. Mi sono detta che magari questa persona fosse più adatta di me. Per questo non ho fiatato. Poi ho ricevuto la telefonata del sovrintendente Marcellino che mi ha comunicato la notifica del decreto di nomina. Così sono andata in teatro a ritirarla, e poi in banca per delle firme: il mio primo atto è stato pagare i dipendenti”.
Ha trovato un ambiente frustrato?
“Per un mese non hanno visto nessuno e questo gli ha creato un po’ di problemi, soprattutto dal punto di vista amministrativo. Il personale era preoccupato e un po’ agitato. Il presidente è anche il legale rappresentante, venendo meno il potere di firma si blocca tutto, compreso il pagamento degli stipendi. Il soprintendente non poteva compiere determinate mansioni. Anche se non ha mai smesso di lavorare un secondo”.
E adesso come va?
“Al di là della confusione, ho trovato professori d’orchestra di altissimo livello, molto motivati e consapevoli dell’importanza dell’orchestra e del proprio lavoro. Un sovrintendente di grande qualità dal punto di vista professionale. Molte persone già le conoscevo, ma sono stata accolta in modo fantastico. Il personale amministrativo non aspettava altro che avere una guida più serena. Ormai le chiacchiere stanno a zero: si parla soltanto di progetti e programmi futuri. Il mio obiettivo è proiettare la Sinfonica su una dimensione internazionale, quello che si merita e per cui è nata. Sono fiduciosa che ci siano tutte le condizioni per poter ripartire alla grande”.
Ammesso che la politica stia fuori. Le nomine sono competenza del governo, ma finisce lì…
“La politica mi ha scelto perché ha avuto fiducia in me, nel mio pregresso e nella mia storia. Hanno creduto che fossi la persona giusta per rilanciare la Foss. Ora starà al nostro fianco, ma senza intromettersi. Sta a noi cominciare a lavorare a spron battuto. Se saremo bravi a capaci e i politici non interverranno, se non saremo né bravi e capaci hanno tutto il diritto di intervenire”.
Il suo predecessore, l’avvocato Stefano Santoro, si è dimesso a causa della lite col Comune di Palermo. Che ha imposto il rinnovo della concessione del Politeama – per 40 giorni l’anno – all’associazione Amici della Musica nonostante un debito pregresso di 671 mila euro. Lei ha visto le carte? Cosa ha trovato?
“Io non capisco su quali basi Santoro abbia fatto queste affermazioni. Ho sempre pensato, ed è così, che la proprietà del teatro è del Comune di Palermo e il Comune, per statuto, stabilisce dei giorni in cui concederlo agli Amici della Musica o a chiunque altro. Non capisco su quali basi tirare fuori questo debito… Penso fosse più una questione di carattere politico che non tecnico”.
Quali obiettivi vuole conseguire nell’arco del suo mandato?
“Ne ho tanti. Due in modo particolare: il primo è di far sorridere i professori d’orchestra, voglio che fare musica li renda felici. Non basta lo studio, bisogna avere dentro un dono. E loro ce l’hanno. L’altro è fare in modo che la Sinfonica sia scritturata in tutta Europa, in tutto il mondo. Che venga pagata e porti dei soldi alla Fondazione. Ma c’è molto altro…”.
Ci dica allora.
“Ho trovato un coro di bambini bravissimi: vorrei puntare sulla loro formazione e sulla loro crescita. Ma c’è anche il progetto già avviato dell’orchestra giovanile. Mi piace molto anche quello. I giovani vanno coltivati: avvicinandosi alla musica, possono appassionarsi e scoprire una vocazione. A parte queste due cose, vorrei riaprire il teatro al pubblico, organizzare visite guidate e incrementare gli spettacoli, magari a un prezzo minore per gli under. E siccome arrivo dai Beni culturali, vado spesso in giro per il Politeama e mi accorgo di possibili interventi fa realizzare. Stiamo lavorando di concerto con il Comune – finalmente è ripreso il normale rapporto di collaborazione istituzionale – per sistemare le luci esterne, dato che al momento siamo al buio; e poi mi piacerebbe restaurare il teatro nella sua interezza. Senza chiuderlo”.
Qual è il futuro della Sinfonica?
“La Sinfonica è un’eccellenza che, come altre, contribuisce a dare un’immagine positiva e accattivante della Sicilia. Abbiamo fatto venire grandi direttori d’orchestra, musicisti importanti… A volte mi rendo conto che la conoscano più all’estero che non in casa nostra”.