L’ex direttore generale del Comune, Federico Basile, è il nuovo sindaco di Messina. Con poche sezioni rimaste da scrutinare, Basile sfiora il 46% dei consensi che gli permettono l’elezione al primo turno, senza passare dal ballottaggio. Dietro la figura di Basile si cela quella ingombrante di Cateno De Luca, che si era dimesso pochi mesi fa da palazzo Zanca per candidarsi alla presidenza della Regione. “Sono emozionato, il risultato ha premiato il lavoro fatto, i messinesi mi hanno dato tanta fiducia – sono le prime parole del neo sindaco -. Speravamo di vincere al primo turno, anche se sono rimasto sorpreso perché il 46 % è storico. Da quattro mesi parlo di continuità, la gente l’ha capito, ha premiato il rapporto col territorio e ha bocciato chi viene da Roma e Palermo. Il buon governo ha pagato, questo punto di partenza ci porterà a sfide più importanti. Ha pagato anche l’approccio coi più giovani, i contenuti in campagna elettorale li ho messi solo io”. Il primo atto di sindaco? “C’è un piano di riequilibrio rimasto ai box, lo riprenderemo. Poi ho sempre lavorato sulle periferie, daremo importanza alle municipalità. Sono stato consigliere di quartiere e conosco i problemi”.
De Luca, con questa affermazione, pone le basi per una candidatura autorevole a palazzo d’Orleans. Ha già conquistato la fiducia di Matteo Salvini: la Lega è stato l’unico partito di centrodestra a schierarsi al suo fianco col simbolo di Prima l’Italia. Ieri sera, durante la festa in piazza Duomo, De Luca ha detto che “il voto rappresenta un preavviso di sfratto per Musumeci, Miccichè e tutta la vecchia politica”. Ma è stato proprio il presidente dell’Ars, a margine dei festeggiamenti di Lagalla a Palermo, a spiegare che un dialogo con Scateno non solo è possibile ma anche doveroso. Una prospettiva che allontana sempre di più dalla candidatura unitaria di Musumeci.
Intanto Maurizio Croce, che a Messina ha conquistato il 27%, si lecca le ferite: “Quale è il motivo di questa sconfitta? C’è una componente legata a ciò che è successo ai seggi ma anche una parte importante di disaffezione alla politica. Il voto di questa città è strano: chi vuole cambiare non va a votare e chi non vuole cambiare vota. Il risultato è che si continuerà con un voto di pancia”. Sulla campagna elettorale. “Io rifarei tutto esattamente allo stesso modo, c’è stata una comunicazione efficace. L’elettore ha voluto premiare la continuità”. Alle sue spalle si è piazzato Franco De Domenico, col 22%, sostenuto da Pd e Movimento 5 Stelle.
Quarantaquattro anni, commercialista e dipendente dell’Università di Messina, Basile è stato revisore dei conti del Comune di Messina con l’ex sindaco Renato Accorinti e poi presidente del collegio dei revisori. Nel febbraio del 2019 fu “amore a prima vista” con Cateno De Luca, che gli diede un incarico da esperto a titolo oneroso, conferito con decreto sindacale, per dare supporto normativo e gestionale nell’ambito del “Salva Messina”, il piano di riequilibrio finanziario pluriennale che i due avevano realizzato assieme. Nel 2020 Basile è stato nominato presidente del nucleo di valutazione della città metropolitana e nello stesso anno, verso la fine di ottobre, lo stesso De Luca lo ha nominato direttore generale del Comune di Messina.