Paesaggio è leadership. Non è una passerella come lamentano le opposizioni (che non si presenteranno) e non è una dimostrazione di assolutismo, i giochi d’acqua per infiammare la vanità del nuovo Principe. C’è infatti qualcosa di più sottile nella scelta di Giuseppe Conte di organizzare gli Stati Generali a Villa Doria Pamphilj, centottantuno ettari di parco e di “giardini all’italiana”, vialetti di arbusti e piante esotiche, geometria e ossigeno e non solo per il corpo. Andrebbe studiata dalle università e meriterebbe l’istituzione di un nuovo corso, “botanica politica”, questa decisione “geografica” di Conte che meglio dei sondaggi pesa il suo valore e racconta le sue letture. Continua a leggere su ilfoglio.it
Carmelo Caruso per Il Foglio
in Buttanissima Italia
L’uso del giardino come arte politica
giuseppe barberagiuseppe contepoliticavilla pamphili
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