Per Wikipedia è ancora un politico. In realtà, la passione non l’ha mai abbandonato. Ma oggi Francesco Cascio, ex presidente dell’Assemblea regionale dal 2008 al 2012, si dedica ad altro. Ed è ben noto a cosa: è il responsabile del poliambulatorio di Lampedusa, nel posto che fu di Pietro Bartolo (prima del suo approdo all’Europarlamento). Ma è anche referente dell’Asp di Palermo per l’emergenza Covid. Si occupa dell’attività di screening. Fa la spola delle tv per parlare di migranti e di tamponi. Per il momento è questa la sua occupazione, e la politica rimane sullo sfondo.

Anche se qualche settimana fa una foto ha stimolato la curiosità degli addetti ai lavori. C’è lui, Cascio, in tenuta ginnica. E sullo sfondo il palazzo delle Aquile di Palermo, dove un giorno sì e l’altro pure si rischia il dissesto dei conti. “Ho un augurio nel giorno della Santuzza… – scrive Cascio – Che questa città possa tornare a respirare, dimenticando i cumuli di rifiuti e le brutture alle quali non vogliamo più essere abituati. Che possa rifiorire, guidata con grinta e competenza. Buon Festino a tutti, l’ultimo di questa amministrazione. L’acchianata verso la rinascita è appena iniziata”. In molti ci hanno visto un possibile ritorno al fronte (e in questi giorni se ne continua a parlare, soprattutto dentro Forza Italia). Lui ha smentito frettolosamente, sebbene “il richiamo della politica per me è sempre vivo, se ci fosse un progetto che mi pensa fra i suoi protagonisti non mi tirerei indietro”.

Ma quattro legislature all’Ars non sono facili da dimenticare. Tanto meno la sua adesione a Forza Italia: anno 1994, quello della fondazione. Da lì, due esperienze parlamentari col partito di Berlusconi. Poi lo sbarco in Assemblea, fino a un incarico prestigioso di governo: quello di vice-presidente della Regione (con Cuffaro). E’ stato un paio di volte assessore. Nel 2008, con l’esecutivo Lombardo, diventa presidente dell’Ars e della fondazione Federico II. Nel corso della legislatura si candida per le Europee, ma nonostante 26 mila preferenze resta fuori. Il passaggio da Forza Italia al partito di Alfano è un must: ma il fenomeno si esaurisce in fretta, e dopo l’approdo ad Alternativa Popolare – che segna il pensionamento dell’ex ministro dell’Interno – si rende necessario il ritorno in Forza Italia. Nella casa di sempre.

Cascio manca l’appuntamento della rielezione alla Camera, nel 2018. Il collegio uninominale di Palermo-Resuttana è appannaggio dei Cinque Stelle. In quel preciso istante le pretese politiche scemano. Fino a quel momento nemmeno le inchieste giudiziarie, che poi si rivelarono una bolla di sapone, erano bastate a scalfirlo. Nel 2016, in seguito a un processo per corruzione, venne sospeso dalle sue funzioni di deputato regionale, salvo poi essere reintegrato (in seguito alla sentenza di assoluzione in Appello). Nel 2019 è coinvolto nell’operazione Artemisia: un’inchiesta che riguarda politici e massoni, in cui lo stesso Cascio avrebbe rivelato di alcune intercettazioni a Giovanni Lo Sciuto, ex deputato attorno a cui ruota l’intera inchiesta. Ma il tribunale del Riesame annulla l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Anche per la Cassazione Cascio è innocente. Oggi, con indosso il camice, aspira a diventare direttore generale. Sta frequentando un master: “L’attività medica mi fa guadagnare in termini di attività economica e di salute”. Buona vita, dottore!