Le “Palestre di vita” di Sottile Lo sport visto dalla clausura

Si chiama “Palestre di vita” ed è la nuova striscia quotidiana di Rai 3, con Salvo Sottile alla conduzione. Ospiti della prima puntata, lunedì 11 maggio, sono stati Diana e Francesco. Diana, 37enne di Milano, ha trovato l’amore sul ring, ma oggi la sua sfida più grande è crescere i suoi due bambini. Francesco, 41 anni, si divide tra la Sardegna, dove ha una scuola di windsurf per disabili, e Pordenone, dove vive suo figlio, per il quale è riuscito a essere il buon padre che lui non ha mai avuto, ottenendo così la sua più grande vittoria.

“Inizialmente – ha rivelato Sottile – dovevamo fare una sorta di viaggio nel cuore del nostro Paese attraverso le palestre, i centri sportivi, i luoghi di aggregazione degli italiani per conoscere le loro abitudini e scoprire cosa spinge una donna, un uomo, un adolescente a praticare certe discipline. Ma sono invece trovato in un paio di giorni di fronte a un bivio e ho raggiunto queste persone con le nuove tecnologie”. L’attività fisica homemade è diventata una pratica costante per chi non può rinunciarvi. E lo sport, vissuto da molti come uno strumento per restare in forma, per altri è una professione: “L’emergenza ha sconvolto e trasformato le vite di tutti, anche di chi ha cercato nella pratica sportiva un sostegno, a volte una chiave di accesso per capire le pagine più complesse della propria esistenza – ha confidato Salvo Sottile al ‘Corriere della Sera’ -. Sono tante storie diverse di un’Italia allo specchio, un’Italia che ha trovato il modo di esorcizzare l’incubo del non uscire, che ha saputo trovare il “fuori” dentro casa. Nel tempo Palestre di vita rimarrà anche la fotografia di un periodo storico che non dimenticheremo mai”.

Gli incontri di Salvo Sottile con i suoi ospiti avvengono in videochiamata, nel linguaggio che adesso tutti stanno imparando a utilizzare. Attraverso quella strana “finestra” che è un monitor, lo sguardo e l’ascolto si aprono su due storie a puntata: esperienze di vita e racconti a cuore aperto su percorsi personali in cui tutti possono riconoscersi. “C’è chi sognava di diventare uno sportivo e ha fallito – ha concluso Sottile – chi era solo e in palestra ha trovato amici; chi aveva problemi con la giustizia e ha ritrovato la strada; chi lottava con il suo peso e ha ricostruito il fisico; si parla di disabilità e autismo; si raccontano ragazzi difficili e infermieri coraggiosi”.

Paolo Mandarà :Giovane siciliano di ampie speranze

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie