Whatever it takes! Lo slogan di Mario Draghi, “ad ogni costo”, sembra accompagnare il corteggiamento di Diventerà Bellissima nei confronti della Lega. L’obiettivo è (ri)fare una federazione insieme, dopo il tentativo annacquato l’estate scorsa, quand’era stato lo stesso Matteo Salvini a proporsi. Ora, però, sembra che un paio di situazioni abbiano portato il movimento di Musumeci a una rapida evoluzione di pensiero: 1) l’attivismo del neo segretario regionale Nino Minardo, che proprio ieri ha consegnato a Salvini (prima di imbucarsi alla camera per le consultazioni con Draghi) un dossier Sicilia da far pervenire al presidente del Consiglio incaricato: contiene una serie di indicazioni per il futuro dell’Isola, a partire dalla gestione del Recovery Fund, passando per la proposta di un asilo nido per ogni Comune; 2) l’ancoraggio del Carroccio al nuovo esecutivo nazionale, che ha determinato fra l’altro una rapida crescita nei sondaggi.
Volendo, però, c’è anche una terza questione, e riguarda più prettamente Diventerà Bellissima, che dopo essere stata scavalcata sotto il profilo programmatico dal dossier di Minardo, rischia un reale isolamento politico. Per questo la base, che aveva rallentato lo sposalizio col Carroccio, ora è tornata a premere per ottenere la sponda di un partito nazionale. Che non può essere Fratelli d’Italia, per il livore (ormai consumato) fra Musumeci e Meloni, ma soprattutto fra Musumeci e Stancanelli. Deve essere la Lega.
Questa prospettiva, però, non sembra solleticare più di tanto i nuovi vertici regionali. Nino Minardo, nelle ultime settimane, si è dedicato al perfezionamento di alcuni accordi su base locale, ma solo dopo aver serrato le fila e aver accolto nella “grande famiglia” leghista il Movimento nazionale per la nuova Autonomia. L’ex Mpa di Lombardo per intenderci, oggi capeggiato da Roberto Di Mauro (vicepresidente dell’Ars). Ed è proprio questo feeling il principale impedimento per un ingresso di Diventerà Bellissima. L’accordo Lega-Mna, infatti, stabilisce che “il presente patto federativo non è estendibile ad altri partiti o movimento nell’ambito regionale siciliano, salvo eventuali proposte formalmente condivise da entrambe le parti”. Oltre a Minardo, dovrebbe dire sì anche Di Mauro.
La presenza di questa clausola potrebbe bloccare sul nascere i tentativi di Diventerà Bellissima, che nell’arco di pochi giorni, non appena si sarà consumata l’assemblea regionale del partito, dovrebbe consegnare a Minardo una bozza di patto pre-matrimoniale. Che la Lega sarà costretta a congelare. Adottando, né più né meno, l’atteggiamento di Musumeci della scorsa estate, che aveva irritato non poco i vertici del Carroccio (allora il segretario era Stefano Candiani). Nell’accordo fra Lega e Autonomisti, inoltre, vengono fuori un altro paio di questioni interessanti. La prima riguarda le liste: i due partiti correranno ognuno con il proprio simbolo e la propria squadra, “entrambe forti ed adeguate a supportare il candidato presidente della Regione siciliana, che, in accordo con il Mna, sarà indicato dalla Lega”. Questa è la seconda cosa che conta, e che, in prospettiva, rischia di rappresentare un blocco anche per Diventerà Bellissima. Il movimento del governatore, infatti, non considera ipotesi alternative al Musumeci-bis. Gli altri partiti, dalla Lega a Fratelli d’Italia, lo fanno continuamente.