Ripartono le Attività Produttive. Sotto la guida di Mimmo Turano, parlamentare di lungo corso, trapanese, 52 anni, l’assessorato più appetibile dell’intero apparato regionale si rilancia. In via degli Emiri, a Palermo, si lavora sodo per dimenticare l’epoca in cui era Antonello Montante – parlano le intercettazioni dello scandalo che ha colpito l’ex capo di Sicindustria – a suggerire (o meglio, stabilire) chi doveva occupare lo scranno più alto nelle varie legislature che si sono succedute: dal fido Marco Venturi a Mariella Lo Bello, passando per Linda Vancheri. Gli uomini e le donne di Montante, nel sistema di Montante. Che adesso è imploso sotto i colpi della magistratura.

Basta un numero per spiegare quanto fosse ghiotta, per tutti, l’occasione. L’assessorato alle Attività Produttive, solo in termini di finanziamenti comunitari, ha un portafoglio di oltre 1 miliardo di euro. “Ma sarebbe sbagliato – esordisce Turano – asserire che questo assessorato debba rifarsi una verginità. Io ho trovato una struttura sostanzialmente sana. Non mi sento di dire che fosse alla mercé di qualcuno, perché non ne ho conferma”. E se Montante, con le Attività Produttive, pensava di poter fare “la terza guerra mondiale”, Turano si mostra un filo meno ambizioso:

“A noi basterebbe farlo funzionare. Che non vuol dire mettere la macchina in moto, ma farla diventare competitiva rispetto al mercato, ai tempi e alle esigenze degli imprenditori”.

In questi primi sette mesi, l’assessore è passato parecchie volte al cambio olio: “Vogliamo innanzi tutto spendere le risorse comunitarie – dice Turano, fissando le priorità –. Sia sul fronte dell’obiettivo tematico 1, che riguarda l’innovazione tecnologica e l’ammodernamento del settore produttivo, per il quale abbiamo finanziato le 337 domande che ci sono pervenute; sia per l’obiettivo tematico 3, quello relativo alla promozione della competitività delle imprese. Le istanze pervenute, in questo caso, sono 530 e speriamo di poterle finanziare tutte entro la fine dell’estate”.

Un elemento su cui battere è l’internazionalizzazione in favore delle PMI (piccole e medie imprese). L’assessore spiega in breve di cosa si tratta: “E’ un obiettivo rivoluzionario. La Regione finora sosteneva soltanto le imprese che partecipavano alle fiere più importanti in giro per il Mondo. Adesso cambiamo sistema: chiediamo agli imprenditori qual è il mercato internazionale che vogliono “aggredire” e noi compartecipiamo, per l’80% della cifra totale (fino a 200mila euro per le imprese associate, ndr), al raggiungimento dell’obiettivo: ad esempio aiutandoli ad aprire un ufficio nel luogo in cui hanno voglia di andare, oppure nella logistica, nell’esportazione del prodotto. Siamo al loro fianco durante l’intero tragitto”.

L’attenzione alle piccole cose, come ad esempio la sburocratizzazione delle pratiche, è uno degli obiettivi di cui l’assessore regionale, in quota Udc, va al momento più fiero: “La Regione dava un mese di tempo all’imprenditore per presentare un progetto, poi ci metteva due anni ad approvarlo rischiando di farlo diventare desueto. D’ora in poi andrà diversamente. Prendete i Suap (gli sportelli unici per le attività produttive, ndr): la modulistica da compilare e la tempistica per aprire un’attività sarà uguale a Castelvetrano, così come a Palermo”.

Nell’ambito delle Attività Produttive, in questi primi mesi della nuova gestione, ci sono tante piccole rivoluzioni da segnalare. Perché mirano al futuro.

“Ad esempio il commercio online, un mercato in espansione (+17% annuo in Italia) su cui la Sicilia incide in modo marginale con il 3%. Abbiamo fatto una manifestazione pubblica d’interesse a cui ha risposto Amazon, che da questo momento, sulla propria piattaforma – e a costo zero la Regione – ha un panel con tutti i prodotti siciliani. E sappiamo bene che vendere la Sicilia è più facile che vendere i singoli prodotti” gongola Turano.

Poi: “In tutti i centri commerciali, i parcheggi e le autorimesse installeremo delle colonnine elettriche per il mercato green: chi va a fare la spesa con l’auto elettrica riceverà degli sconti. E ancora: con un apposito decreto abbiamo regolato l’attività dei fornai, concedendo loro un giorno obbligatorio di interruzione del ciclo di panificazione, andando incontro a un diritto inalienabile come quello del riposo e della buona salute. E, rimanendo in tema, basta con le pubblicità ingannevoli: il pane fresco non contempla interruzioni nel ciclo di lavorazione. Con un decreto abbiamo stabilito che il pane congelato o surgelato sia venduto in aree apposite dei supermercati, senza ingenerare confusione nei consumatori”.

Parlando di “collegato” alla Finanziaria, la legge Stralcio che è stata rispedita in Commissione e ha provocato l’arrabbiatura di Musumeci, Turano si esprime con decisione: “La fusione di Crias e Ircac, che si trova all’articolo 1 di questa legge, è fondamentale dato che il sistema del credito agevolato è vecchio sessant’anni. Se riusciamo ad approvarla, avremmo un solo ente e, anche in questo caso, innesteremo un percorso di semplificazione per le imprese che vogliono ricorrere al credito. Non credo che un giorno o una settimana di riflessione in più sull’argomento debba diventare motivo di scontro”.

Anche se la tensione nella maggioranza c’è ed è palpabile: “Io parlerei più di un confronto – replica Turano –. E comunque, a scanso di equivoci, dico una cosa: non si può fare a meno dell’autorevolezza e della guida del presidente Musumeci, che è l’intero collante della coalizione di governo. Quando esige le riforme, fa un discorso di alto profilo. In Sicilia non abbiamo bisogno, in questo momento storico, di un governo stile “putìa”, che viva alla giornata. E questo è un tema su cui tutte le forze della maggioranza sono d’accordo. Che le riforme debbano farsi è nei fatti e nel programma che abbiamo sottoscritto con gli elettori”.

La compattezza della coalizione di governo si è misurata anche alle Amministrative. Ma nella sua Trapani, Mimmo Turano ha appoggiato senza indugio – e con una lista propria – il candidato della sinistra Giacomo Tranchida: “Perché non c’era un progetto di centro-destra e quello di Tranchida rappresentava la proposta politica migliore per far uscire la città dal guado in cui era stata trascinata di recente. Quindi sì, sono contento di com’è andata. Un grande errore, da parte della coalizione di centro-destra, è stato fatto a Siracusa. Ma il prossimo banco di prova è quello delle amministrazioni provinciali, dove ritengo opportuno si torni a votare con l’elezione diretta dei presidenti. In quel caso sono certo che non sbaglieremo e ci presenteremo uniti per vincere”.