Lo capisco: uno prende il libro del generale Vannacci per cercarvi le opinioni sul clima, sugli omosessuali e sull’immigrazione perché son quelle che fanno discutere. Purtroppo, però, si trovano ben oltre la prima pagina, mentre io non sono riuscito ad andare oltre la prima.
Ma non pensate subito male. Non voglio mica dire che me ne sono ritratto inorridito. Al contrario – qui tutto va al contrario, il mondo va al contrario e forse pure questo articolo va letto al contrario –: io ne sono rimasto affascinato. Questo generale sa il fatto suo, cavolo se lo sa. Non è solo un fior di militare, onusto di medaglie e onorificenze, ma è pure versato nelle cose del pensiero. E impiega solo quindici righe, sedici al massimo, per fare il contropelo all’intera filosofia moderna.
Ve lo dimostro. Capitolo 1: il Buonsenso. Che vien prima dell’ambientalismo (cap. 2) della società multiculturale e multietnica (cap. 4), o del pianeta lgbtq+++ (cap. 9). Il Buonsenso viene prima dei contenuti (e viene con la maiuscola: che è nel testo, non è mica mia) perché, come una bussola, sarà Lui a indicare al generale la direzione. Il primo capitolo si presenta quindi come il discorso sul metodo del generale Vannacci. Avete presente Cartesio, il padre della filosofia moderna? Lui l’ha scritto per davvero, il discorso sul metodo – chiunque abbia fatto il liceo lo ricorderà: è quello del cogito – e, cosa curiosa, lo ha scritto come il generale: in una pausa della guerra. Vannacci è rientrato da non so quali e quante missioni, in giro per il mondo; Cartesio, che si era arruolato nell’esercito, bloccato dai rigori invernali rimase in Germania a rimuginare i suoi pensieri. Continua su Huffington Post