Nello Scherzo di Milan Kundera, Ludvík e Markéta sono due universitari iscritti al Partito comunista cecoslovacco. Fra i ragazzi, lui è un faro, lei una bellezza un po’ stolta, acritica, credulona, ed è per prendersi gioco del suo svampito entusiasmo che lui le manda una cartolina: “L’ottimismo è l’oppio dei popoli! Lo spirito sano puzza di imbecillità! Viva Trotsky!”.
Niente più di uno scherzo. Ma siamo nell’immediato Dopoguerra, il partito comunista, non soltanto in Cecoslovacchia, fra le sue armi non annovera l’ironia. Ludvík è scoperto e sottoposto a indagine dai compagni di partito e compagni di studi con cui ha condiviso l’utopia dell’Uomo Nuovo e l’amicizia di serate giovanili. È accusato di trotzkismo, anzi proprio reo confesso, l’ha scritto nero su bianco: espulso dal partito, espulso dall’università, richiamato al servizio militare a tempo indeterminato con le mostrine nere sulla divisa, quelle dei nemici della rivoluzione. La sua vita è devastata. Continua sull’Huffington Post