Una vita d’attrice, una vita da mamma. Contadino Valeria, all’anagrafe come nell’arte, è il prototipo anticonformista e controcorrente del modello di un’attrice che è anche mamma. Una carriera iniziata venti anni or sono accanto ad un marito regista, al secolo Dipasquale Giuseppe, che è anche padre dei suoi cinque figli e dal quale si è affrancata artisticamente da tempo.
Ora, la vita privata è privata e basta, ma la Contadino ha fatto di questa scelta di maternità fertile e benefica anche uno status civico, artistico e politico. A fronte di attrici che salvaguardano la propria carriera negandosi a forza la maternità, quasi il teatro restituisse loro poi chissà quali piaceri universali, lei, con piglio volitivo e con la forza di una amazzone rovesciata afferma che i figli sono la sua forza nell’arte e nella vita.
Ed invero, avendola osservata, ma, dovremmo ammettere, anche ammirata sulla scena quale indiscutibile protagonista de Il Casellante nella versione scenica di Camilleri e Dipasquale, questa vitalità e inesauribile talento le vanno ampiamente riconosciuti. La Contadino ha un linguaggio nuovo, moderno e inclassificabile nel bestiario delle vanità attoriali comuni, come lo poteva essere un tempo quello di attrici di feroce temperamento. Penso alla Moriconi, penso alla Vitti delle quali ricorda evanescenza e intemperanze, lontane ancora come traguardo pieno, ma presenti e concrete come metro di paragone. Amata da molti ed invisa ad alcuni, il sospetto di queste antipatie suonerebbe come un’acuta invidia, la Contadino Valeria è attrice che esce fuori dagli schemi: attrice e madre, artista e di destra, politicamente intendo. Si, perché a fronte di un conformismo imperante che ha voluto per anni che l’artista dovesse essere di sinistra – e con questo rendiamo merito e rispetto alla coerenza di alcuni artisti e scrittori che di sinistra lo sono stati e lo sono veramente – lei è donna dalle simpatie dichiarate e vissute. Di pochi mesi or sono il suo impegno di testimonianza nelle liste di #Diventeràbellissima, movimento formato dall’attuale Governatore siciliano Musumeci Nello. Ora si dice, con una certa malizia insinuante, che all’atto della candidatura nel movimento, accanto alla dicitura della lista presentata, #Diventeràbellissima appunto, qualcuno suggerì alla Contadino di scrivere con femminile iattanza già lo sono!
Ma il palcoscenico è puro, e questa passione politica che impegna concretamente la Contadino, come nell’accudire i figli e contemporaneamente occuparsi anche di un nuovo teatro a Catania, il Must, non permeano né intaccano la sua crescita artistica, che viaggia a vele spiegate in un mondo sempre più complicato e difficile.
Per chiudere, ma non ne siamo certi, con le scelte anticonformiste dell’attrice, c’è il fatto che ha deciso di vivere e restare in Sicilia. Vivere la vita d’attrice in questa terra davvero bellissima equivale purtroppo ad accettare la cruda realtà della metà, se non meno, delle occasioni di lavoro che ti si presentano. La Contadino lo sa, lo ha dichiarato, ma con convinta passione crede alla sua terra con la stessa complice affinità di una madre. Come lei da madre non potrebbe sopportare di essere abbandonata da nessuno dei suoi figli, da figlia di questa terra lei non vuole mollare, disertare o rinunciare alla speranza che covano, con fatale disincanto, tutti i siciliani. Un giorno questa terra davvero tornerà ad essere benigna e a dare alloggio agli dei del Parnaso nella vacanza dalle fatiche della deità. E se andar via è facile, conforme ad un percorso ormai radicato nella geremiade del siciliano, per la Contadino questo adagio va spezzato e ribaltato. Perché se è vero che questa terra è già di suo bellissima, come la Contadino osiamo dire, vero è anche che ad oggi è disperatamente e leopardianamente matrigna. Non rende poi ciò che promette allor.
E dunque, a nostro modesto giudizio, il senso dell’attrice, mamma, moglie e politica Contadino ha un valore maggiore, poiché della terra che la ospita nel suo grembo è anche testimone civile e impegnata. Perché di questa terra è interprete con la sua vita e con la sua arte. E solo nel copione giornaliero della storia si compie il destino della maternità rivelata e proclamata. Vive d’arte, Contadino Valeria e vive d’amore.