È una politica da foresta e il dibattito sta tornando allo stato di natura. Luigi Di Maio ce l’ha con “i parassiti”. Matteo Salvini chiama i suoi oppositori “zecche rosse”. E che dire di Roberto Calderoli? Ultimamente ha abbandonato il campo anche se rimane professore ordinario di etologia: paragonò l’ex ministro Cécile Kyenge a un orango. Insuperabile è però Beppe “Grillo”, un vero e proprio campione nel formulare il bestiario delle metafore (animali). Nel salutare come una giornata storica la notizia dell’addio di Foodora, il colosso delle consegne a domicilio, il fondatore del M5s ha sciorinato tutta la sua erudizione neppure fosse Konrad Lorenz. Gli imprenditori sono così stati definiti turbo capitalisti “gufi” con l’augurio di essere divorati da “piranha”, giusta fine per “i summenzionati ciclo sfruttatori”. In passato aveva accostato Matteo Renzi a “una scrofa ferita”, i parlamentari a “larve ben pagate” mentre per Giuliano Ferrara era passato al letame, “container di merda liquida”. Sempre avanti nello studiare soluzioni, Grillo ha anche indicato la strategia migliore per smaltire i rifiuti: i vermi, anzi , il “verme mangia plastica”, un “verme che mangia letteralmente il polietilene”. Del resto gli animali hanno sempre segnato l’attività del Movimento. All’esordio avevano promesso di aprire il parlamento come una scatoletta “di tonno”. La biologia è il loro forte. Dalla democrazia ci stanno conducendo verso la zoocrazia.
Carmelo Caruso per Il Foglio
in Buttanissima Italia
V come Vermi e altra zoologia
-
Articoli Correlati
-
Un triangolo di amori e veleni
Dallo scontro tra Renzi e Giorgia nasce il caso Arianna. L’appoggio a La Russa, poi…
-
Miti, mostri e fantasmi dell’antimafia
Pentiti, pataccari, tavoli ovali: gli strumenti di scena per tenere in vita un’emergenza che non…
-
Evviva i Fratelli e le sorelle d’Italia
La sorella della premier diventa la numero due di FdI: si occuperà di tesseramento e…