C’era una volta – e c’è tuttora – il Brass Group, un’istituzione culturale conosciuta in tutto il mondo che ha portato a Palermo i più grandi e inarrivabili miti del jazz, da Chet Baker a Dee Dee Bridgewater; che ha insegnato a centinaia di giovani il valore della musica e il rigore necessario per elevare ogni suono a livello di armonia. Il suo cartellone è stato, da sempre, un firmamento di stelle lucenti e immortali. Immaginate dunque la delusione di chi, cresciuto alla scuola di Ignazio Garsia e Fabio Lannino, abbia visto sulla locandina dell’ultima stagione il volto di un palchettista – a che serve fare il nome? – che non sa andare oltre le tarantelle siciliane. Dicono che la raccomandazione sia partita dall’assessorato al Turismo. Tra i danni fatti dalle faccette nere arroccate alla Regione c’è anche quello di avere appannato l’immensa storia del Brass.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Un’ombra che appanna la luce del Brass Group
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