Ha sempre sostenuto di essere un uomo delle istituzioni, ma quando la Corte dei Conti ha rinviato la parifica del rendiconto 2021 e ha chiesto chiarezza sulla “spalmatura” del debito, Renato Schifani ha sfoderato un linguaggio a dir poco irrispettoso nei confronti di un organo di controllo. “Sentenza incomprensibile, non condivisibile e infondata sotto il profilo giuridico”, ha dichiarato con l’aggressività di un avvocaticchio di pretura. Tanta irritazione nasce dal fatto che la Corte ha messo sotto accusa per l’ennesima volta la gestione di Gaetano Armao, un magliaro della politica che è stato assessore al Bilancio della giunta Musumeci e che l’attuale presidente della Regione ha riciclato, con una consulenza di sessantamila euro l’anno, come regista occulto della propria azione di governo. Lo schiaffo ha colpito non solo il peccatore. Pure il santo protettore.