Era il 1987 quando Michael Roberts visitò per la prima volta la Sicilia. Fu un colpo di fulmine per l’artista, autore, fotografo, fashion director e regista, considerato un guru dello stile a livello mondiale. Trentacinque anni dopo, l’amore del visionario Roberts per l’Isola si è tradotto nel libro “Island of Eternal Beauties”, più di duecento pagine edite dalla Fondazione Federico II che, incontrando Roberts in piena pandemia, ha subito colto la prospettiva artistica del progetto.
Un “safari fotografico siciliano”, come l’ha definito il Financial Times, con scatti unici che assorbono la magia dell’Isola, sorprendente per la sua capacità di mantenere un mistero. “Quando pensi di aver compreso la Sicilia ti sfugge – dice Roberts –. I posti migliori del mondo mantengono un’aria di mistero”.
La prefazione è firmata da un grande amico di Roberts, Rupert Everett, che scoprì la Sicilia grazie a lui: “Mentre la mia carriera decollava – scrive nella prefazione – lui diventò il mio fotografo personale. Non facevo nemmeno una mossa senza Michael. Un camaleonte, riesce a cambiare carriera a ogni stagione”.
Rilegato in elegante lino color glicine, il volume vuole raccontare bellezza. Le foto si articolano in un “road trip” da Oriente a Occidente, da Messina ad Acitrezza, Catania e Taormina, dal barocco alla Valle dei Templi passando per Palermo, dove brillano gli interni dorati di Palazzo Reale e persino la Santuzza. E ancora Mozia, la Madonna Nera di Tindari, Erice, la Scala dei Turchi, i mosaici delle ragazze in “bikini” della Villa Romana del Casale, fino a vicoletti sperduti senza nome. Storie millenarie di culture e civiltà in dialogo raccontate in un solo scatto.
Il volume è arricchito dai mosaici di Roberts che raffigurano il glicine e i fiori di mimosa, un fico d’india, un pesce spada e persino la forma della Sicilia. Mosaici che Roberts iniziò a realizzare per le copertine di Style Issue del New Yorker quando ne era il fashion director alla fine degli anni ’90.
“Leggere le osservazioni scritte da Roberts sulla storia e miti di Sicilia – afferma Gianfranco Miccichè, presidente della Fondazione Federico II – genera una fascinazione tale che viene voglia di ripercorrere i luoghi che vivono nei suoi scatti per dichiarare di presenza eterno amore”.
“Il bello nell’arte e nei paesaggi ti cambia la vita – afferma Patrizia Monterosso, direttore della Fondazione Federico II – Gli scatti artistici di Roberts ci offrono una bellezza che è insieme percezione ed emozione. Il volume è una narrazione ed esplorazione in grado di cogliere il genius loci, ossia lo spirito del luogo che rende percepibile l’anima e la sensualità dei luoghi di Sicilia”.
Il lockdown ha permesso al fotografo di evitare luoghi affollati e lo ha spinto a esplorare ancora di più l’Isola, viaggiando in auto lungo la costa e nell’entroterra, insieme all’amico e “producer” Roberto Romano.
Roberts è uno degli uomini più celebri dello stile. La carriera di Michael Roberts è iniziata più di quarant’anni fa al Sunday Times; da allora ha lavorato come design director di British Vogue, Contributing Editor di Condé Nast Traveller, Paris Editor di Vanity Fair e Fashion Director & Art Director di Tatler. I suoi ruoli più significativi sono stati quello di Fashion Director di The New Yorker, un ruolo creato appositamente per lui, e di Fashion & Style Director di Vanity Fair.
Michael ha prodotto molti libri di illustrazioni e fotografie, oltre a frequenti collaborazioni con Grace Coddington, tra cui il suo libro di memorie e due volumi del suo lavoro, Thirty Years of Fashion at Vogue e The American Vogue Years. Ha scritto, co-prodotto e diretto Manolo: The Boy Who Made Shoes for Lizards, un documentario drammatico sul celebre designer di scarpe Manolo Blahnik per il cui libro Fleeting Gestures and Obsessions è stato il fotografo principale.