Noi che siamo docili uomini di fede avevamo immaginato che il viaggio ad Assisi ammansisse i rancori e i livori di Renato Schifani. Che lo spirito francescano lo spingesse verso un gesto di umiltà. Che il ricordo di “fratello sole e sorella luna” gli suggerisse di considerare “fratello” anche il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, suo compagno di pellegrinaggio e di devozione in terra d’Umbria. Macché. A certi istinti non si comanda. Irritato da un duro attacco di Davide Faraone, leader dei renziani di Sicilia, il presidente della Regione ha meditato proprio lì, dove il Poverello di Assisi aveva predicato amore e tolleranza, un proposito di vendetta, tremenda vendetta: colpire Lagalla per abbattere Faraone; sfasciare la giunta di Palermo per dare una lezione al renziano che di quella giunta fa parte. Chissà cosa avrà pensato San Francesco dall’alto dei cieli.