Nello Musumeci, assieme all’assessore all’Energia, Daniela Baglieri e al dirigente generale dei Rifiuti, Calogero Foti, ha presentato il risultato dell’avviso pubblico per la realizzazione di due termovalorizzatori. Per quello che sorgerà nella Sicilia occidentale sono in corsa tre società, quattro si contendono quello che nascerà sul lato orientale dell’Isola. Il costo per singolo impianto va da 263 a 570 milioni di euro, a seconda delle caratteristiche. Quasi tutte le proposte, al vaglio del Nucleo di valutazione della Regione che dovrebbe completare l’analisi entro febbraio, prevedono una capacità di conferimento tra 400 e 450 mila mila tonnellate all’anno. Si tratta di tecnologia a combustione e incenerimento a griglia, qualcuna delle proposte include un movimento alternato e raffreddato ad acqua. I tempi di realizzazione degli impianti vanno da 6 a 48 mesi.
“Finalmente la Sicilia si libererà dalla schiavitù delle discariche che è resa più pesante dalla contiguità con ambienti mafiosi o spregiudicati”, ha detto Musumeci. “C’è una parte di rifiuti che è indifferenziabile e che può andare soltanto in discarica. Noi non vogliamo mandarli in discarica. Li vogliamo fare diventare cenere. Gli impianti – ha assicurato il governatore – lavoreranno rifiuti non pericolosi. È una iniziativa che finalmente fa riflettere su un dato: altrove la spazzatura è risorsa, da noi è un problema”. Ora l’inversione di rotta. Con un avviso ai naviganti (specie a Orlando, che ha dichiarato la contrarietà del Comune di Palermo): “Non basterà un solo Comune a bloccare la procedura perché le Ssr fanno riferimento ad un ambito territoriale più ampio. Chi vuole stare dalla parte della malavita e alimentare la vita delle discariche, è libero di farlo. Vorrei guardarli in faccia, quelli che dicono di no”.
Le reazioni
“Gli inceneritori di Musumeci? Campagna elettorale di chi ormai sente franare il terreno sotto ai piedi, fatta, tra l’altro, in un mare di contraddizioni. Il presidente della Regione aveva tutto il tempo per farli prima e li tira fuori ora solo adesso, ben sapendo che vedranno la luce, se mai la vedranno, ben lontano dall’emergenza che stiamo vivendo adesso”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Nuccio Di Paola, assieme ai componenti 5 stelle della commissione Ambiente di palazzo dei Normanni, Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito”. “Intanto – dice Di Paola – sgombriamo il campo dagli equivoci e chiamiamoli col loro vero nome: inceneritori. Non è giocando sulle parole che se ne modifica la natura. Noi siamo sempre stati contro e sempre lo saremo e non siamo certamente malavitosi. E’ vergognoso e gravissimo infatti il concetto espresso oggi dal presidente, secondo cui chi è contro gli inceneritori sta dalla parte della malavita. Ma questo fa parte del personaggio Musumeci: insultare e offendere pesantemente chi non la pensa come lui, o peggio, osa addirittura criticarlo”.
Le numerose contraddizioni sono messe in evidenza anche da Trizzino, Campo e Zito. “Affermare – dicono – di volere sottrarre i rifiuti dalle mani dei privati (proprietari di discariche) e poi fare costruire termovalorizzatori sempre attraverso il ricorso ai privati è un ragionamento così ridicolo che non ha bisogno di essere commentato. Se davvero vuoi sottrarre i rifiuti dalle mani dei privati, perché ancora la Sicilia è il fanalino circa gli impianti pubblici per la raccolta dell’umido, che rappresenta il 40% dei rifiuti?”. “Sempre in tema di grandi contraddizioni – continua Trizzino – va sottolineato che costruire due inceneritori va contro il ragionamento dello stesso Musumeci, il quale propone di dividere la Sicilia in 9 ambiti territoriali e di garantire ad ognuno di essi l’autosufficienza. Musumeci tranquillizza dicendo che nei termovalorizzatori, pardon negli inceneritori, non finiranno rifiuti pericolosi? Bene, possiamo tranquillizzarlo noi a sua volta: non è lui che decide cosa va ad incenerimento, ma le leggi. Queste affermazioni dimostrano che c’è forse un po’ troppa approssimazione quando si parla di temi così delicati”.
“Gli inceneritori così cari a Musumeci – scrive Claudio Fava, presidente della commissione regionale Antimafia – non servono a nulla se non ad alimentare il business dei signori dei rifiuti. Non risolveranno nessun problema nell’immediato visto i tempi di realizzazione e saranno superati quando, e se, vedranno mai la luce. Musumeci sa bene che la realizzazione delle strutture non rientra nelle strategie europee sui rifiuti e sa bene che entrerebbero in servizio in un quadro normativo che punta alla produzione zero dei rifiuti quindi in assenza, o quasi, di combustibile. Non è un caso che i modelli tanto sbandierati, come Germania, Danimarca, Olanda, stiano dismettendo i propri impianti proprio perché metodologia superata ed oramai antieconomica. Avevamo le discariche mentre nel resto di Europa si eliminava il conferimento in discarica e ora rischiamo di avere i termovalorizzatori mentre il resto di Europa li dismette. Una regione sempre 30 anni indietro. A tutto”.