Alla vigilia del giorno che avrebbe dovuto rappresentare il culmine della diplomazia, con il presidente Usa Joe Biden che domani dovrebbe arrivare in Israele e in Giordania per incontrare, rispettivamente, il presidente israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente dell’Anp Abu Mazen insieme ad alcuni leader dei Paesi arabi, arriva una notizia che pone un pesante masso su ogni tentativo diplomatico e accende il rischio di una escalation. Secondo Hamas, come riportato da Al Jazeera, Israele avrebbe provocato la morte di almeno 200 persone nel bombardamento dell’ospedale Al-Ahli Baptist di Gaza City. Secondo il ministero della sanità del territorio amministrato dal movimento islamista, le vittime delle bombe sganciate dai jet israeliane sono sfollati che si trovavano nel cortile della struttura. “Centinaia di vittime sono ancora sotto le macerie” afferma il ministero. Israele ribatte alle accuse, sostenendo che “l’esplosione nell’ospedale Al-Ahli Arabi Baptist di Gaza City è dovuta al lancio fallito di un razzo della Jihad islamica e che non c’è nessun legame dell’esercito stesso con l’esplosione”. Netanyahu dà la responsabilità ai “barbari terroristi, non l’esercito israeliano”. Tal Heinrich, portavoce del primo ministro, dice alla Cnn che “le Forze armate israeliane non prendono di mira gli ospedali”, aggiungendo: “noi prendiamo di mira solo le roccaforti di Hamas, i depositi di armi e gli obiettivi del terrorismo”. La Jihad, ovviamente, nega ogni responsabilità. Continua su Huffington Post
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Una strage in ospedale a Gaza La diplomazia rischia di collassare
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