Da un lato c’è Micciché, debilitato nella stazza politica, che non desta particolari preoccupazioni; dall’altro le opposizioni, che nonostante l’incandescenza di Cateno De Luca, restano più o meno gestibili; in mezzo la commissione Antimafia, che ha tolto i veli sull’appalto da mezzo miliardo per la riscossione dei tributi negli enti locali (procedura sospesa da Falcone). Ma il vero avversario di Renato Schifani e del suo governo, in questo primo scorcio di legislatura, è la Corte dei Conti. Dopo aver sospeso il giudizio di parifica sul rendiconto 2020, e aver contestato la legittimità costituzionale della spalmatura del disavanzo, la Procura guidata da Pino Zingale ha ficcato il naso in altre questioni controverse che riguardano la Regione: a partire dallo scandalo di Cannes, su cui è stato aperto un fascicolo per appurare un eventuale danno all’Erario (6 milioni a una società lussemburghese per due edizioni di una mostra fotografica, in effetti, lasciano pensare).
Ma l’ultima minaccia incombente riguarda le spese dell’hub vaccinale della Fiera del Mediterraneo, che è riuscita a “bruciare” 67 milioni di euro in meno di due anni. Sono soldi legati all’emergenza Covid, al pagamento del personale (c’era già la denuncia dell’ex presidente della commissione salute dell’Ars, Margherita La Rocca Ruvolo), ai vaccini e ai tamponi, al tracciamento delle Usca. Ma, soprattutto, sono soldi che l’Asp di Palermo, su delega della Regione, girava alla struttura commissariale di Renato Costa, dismessa il 31 dicembre. La Fiera è costata 45 milioni 777 mila euro nel 2021 e 21 milioni 297 mila euro nei primi nove mesi del 2022. Una media di 3,5 milioni al mese.
La quota maggiore è stata impiegata per il personale: da febbraio del 2021, hanno prestato servizio con contratti di collaborazione coordinata e continuativa 122 assistenti amministrativi, 30 coadiutori amministrativi, 245 periti informatici, 33 collaboratori amministrativi, 43 ingegneri, 12 assistenti sociali, 11 educatori professionali, 21 dirigenti medici, 1 assistente sanitario. Mentre con contratti libero-professionali sono stati impiegati 27 biologi, 64 medici per i tamponi, 9 medici vaccinatori, 4 psicoterapeuti e 5 psicologi. Un esercito di 627 professionisti, la maggioranza dei quali reclutati tramite clickday, ai quali, nei periodi clou della campagna vaccinale, si sono aggiunti anche primari di ospedali, medici in pensione e infermieri di altre aziende pagati a ore.
Un giro di denaro immenso, su cui i magistrati contabili vogliono vederci chiaro. Anche sul disastro di Cannes, ovviamente, la procura della Corte dei Conti dovrà valutare l’impatto dei provvedimenti assunti dal governo, e in particolare dal dipartimento al Turismo, sulle casse della Regione. Su delega di Zingale, la Guardia di Finanza si è presentata in via Notarbartolo, sede dell’assessorato, per recuperare tutti i documenti utili all’attività d’indagine. Il fronte resta aperto anche sulle questioni di bilancio: con la sospensione della parifica sul rendiconto 2022 da parte delle Sezioni Riunite, su proposta della Procura, la questione è stata trasmessa alla Corte Costituzionale, che dovrà sciogliere i nodi relativi alla spalmatura decennale del disavanzo storico della Regione.
Ma in troppi dimenticano che, contestualmente, la Corte dei Conti ha scelto di non parificare né il Conto economico, né lo Stato patrimoniale, perché ritenuti “non regolari” (per quasi 400 milioni). Tutte le cifre contestate, pertanto, andranno accantonate: il primo effetto della disputa è stato il “congelamento” di 68 milioni nelle variazioni di bilancio approvate dall’Ars a dicembre. Mentre nella prossima Finanziaria è previsto l’appostamento di risorse per mettere in sicurezza l’Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente, allo scopo di superare alcune contestazioni mosse dai magistrati.
L’eccezione potrebbe diventare un trend se la Regione e i suoi uffici continueranno a maneggiare le risorse pubbliche con superficialità (sul Turismo, la Procura di Palermo e la Procura europea stanno indagando a 360°). D’altronde questo avvio di legislatura, nel solco della precedente, è costellato di sprechi e di scandali. Il primo, relativo alla parcella milionaria accordata a due avvocati (Francesco Stallone e l’ex assessore all’Energia Pier Carmelo Russo) è stato riposto temporaneamente nei cassetti. Sono in ballo cinque milioni per le prestazioni dei due legali nell’ambito di un lungo contenzioso fra la Regione e i colossi dei termovalorizzatori, in seguito alla revoca di un Avviso pubblico che avrebbe consentito la realizzazione di quattro impianti. Risalente al governo Lombardo. Le richieste di Russo e Stallone, che erano addivenuti a una transazione con l’Ufficio legale e legislativo di Palazzo d’Orleans, avevano preso alla sprovvista Schifani, che dopo aver chiesto un approfondimento agli uffici – perché qualcuno avrebbe liquidato i pagamenti a sua insaputa? – ha sospeso gli atti.
L’altra verità da ricercare è quella relativa al bando da mezzo miliardo per assegnare il servizio di riscossione tributi nei comuni. Il bando, suddiviso in cinque lotti dalla Centrale unica di committenza dell’assessorato all’Economia (retto all’epoca da Gaetano Armao), ha visto la partecipazione di cinque operatori. Che così si sarebbero suddivisi l’intera torta. Un’anomalia – di cui Schifani non sapeva nulla – segnalata con risolutezza dal presidente della commissione Antimafia, Antonello Cracolici, che ha ottenuto, come primo effetto, un’altra frenata: “La sospensione – ha detto Marco Falcone, successore di Armao al Bilancio – si rende necessaria, dopo aver preso atto anche di aspettative parlamentari, per valutare attentamente ogni aspetto utile a verificare la linearità dell’iniziativa a garanzia dei principi di trasparenza e di libera concorrenza e, ove fosse necessario, a procedere all’annullamento della gara”.
Un’altra questione aperta è quella relativa all’Ast, l’azienda siciliana dei trasporti, che risulta in perdita per 70 milioni e che, per bocca del presidente Santi Castiglione (appena riconfermato), ha chiesto alla Regione un corposo intervento di ricapitalizzazione. Non solo: l’azienda rischia di non poter garantire le corse, dal momento che dovrebbe sostituire il 40% del parco autobus, ormai vetusto, ma non ha le capacità finanziarie per farlo (né può chiedere l’intervento delle banche, avendo già raggiunto un forte indebitamento). L’ultimo bilancio approvato – nel consueto carrozzoni style – è del 2020, mentre quello del 2021, in fase di predisposizione, potrebbe nascondere nuove insidie a partire dalla “possibile corrosione del capitale sociale”. Ast, peraltro, è finita non più tardi di un anno fa, al centro di uno scandalo per corruzione, da cui emergeva un utilizzo distorto delle società interinali per fare clientelismo. Da un’audizione dell’assessore Armao (in qualità di responsabile delle partecipate) in Antimafia, emerse la necessità di cambiare registro: qualcuno ha saputo niente?
C’è un ultimo capitolo su cui la Corte dei Conti potrebbe riflettere: cioè la promozione – da funzionari a dirigenti – di quindici unità di personale dei Consorzi di Bonifica, organismi vigilati dall’assessorato all’Agricoltura. Il caso fa scuola perché tutto sarebbe avvenuto senza la necessaria copertura finanziaria. L’assessore Sammartino ha chiesto la revoca delle delibere e la restituzione delle somme illegittimamente corrisposte (da 800 a 1.000 euro al mese nelle singole buste paga). Dietro l’angolo si scorgono il danno erariale e l’ennesima vergogna.