Un appello a Lollobrigida: non li chiami interpelli. E’ normale circondarsi di dirigenti fedeli, ma è normale chiamare “interpello”, selezione, la nomina del vecchio compagno di giochi, la promozione della collaboratrice? Per avere la sua comfort zone, la Lollo zone, il ministro dell’Agricoltura fa saltare l’armonia dei suoi uffici. Il massaio d’Italia sta per nominare altri due nuovi dirigenti. Uno si chiama
Massimiliano Rossi, l’altra è Barbara Catizzone. Uno è il suo ex compagno di giochi, l’altra è la sua portavoce. La Lollizzazione, la lottizzazione stile Lollo, non è una novità, ma la novità è che gli esclusi dall’interpello sono pronti al ricorso. E’ un altro suo successo: deve lottare contro la peste suina ma si porta la peste a casa.

I dirigenti sostituiti da Lollobrigida? Si è perso il conto. Se ne sono andati portavoce, capi di gabinetto, capi di segreteria e tutti, alla domanda “ma perché lasci”, rispondono: “Ah, motivi di salute”. Ma qual è la salute del ministero? Il 21 dicembre 2023, Lollobrigida ha scelto come capo del dipartimento della Sovranità alimentare e dell’Ippica, Marco Lupo, dirigente di prima fascia. Quando si accetta l’incarico si è costretti a redigere una dichiarazione sull’insussistenza di incompatibilità e inconferibilità. Vale a dire procedimenti giudiziari in corso. Lupo, il 16 giugno, è stato rinviato a giudizio per una storia che riguarda reflui fognari di Lampedusa. Non gli si possono che fare gli auguri ma al ministero si chiedono: se si è arrivati fino al rinvio a giudizio, Lupo poteva non sapere dei procedimenti in corso? La nomina sarà ancora valida? Continua su ilfoglio.it