Una città che resiste a Prima dell’Alba

Lunedì 24 giugno su Rai3 va in onda la seconda puntata di “Prima dell’alba – La Rampa” con Salvo Sottile, nuova edizione in prime time del format prodotto da Stand by me per Rai3 che va alla scoperta dell’universo notturno in tutte le sue declinazioni, dai grandi casi di cronaca al mondo del lavoro, dal crimine alla trasgressione.

Come in ogni puntata il viaggio di Salvo Sottile comincia dalla Rampa, un edificio abbandonato della periferia romana, fulcro dell’edizione in prime time, dove il giornalista incontra persone portatrici di storie esemplari e dialoga con ospiti ed esperti sulle tematiche di puntata.

La seconda puntata si apre con un approfondimento sul Ponte Morandi a 314 giorni dal drammatico crollo che è costato la vita a 43 persone: una ferita aperta nel cuore della città ma anche il simbolo della decadenza e della fragilità di un Paese da troppo tempo in crisi. Proprio in questi giorni l’esplosivo ridurrà in polvere i piloni del Polcevera, mentre continua la demolizione delle case dei 600 sfollati, in vista della ricostruzione del ponte che dovrebbe avvenire entro il 2020. Salvo ospita il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il giornalista Sigfrido Ranucci per provare a capire il significato simbolico del crollo ma soprattutto quello della sua ricostruzione, tra il desiderio di riscatto delle istituzioni e le speranze – ma anche le paure – delle persone.

Salvo poi incontra tre parenti delle vittime – Barbara, Giorgio e Benedetta – tre persone alle quali il crollo ha portato via un pezzo della loro vita, che gli raccontano il bisogno ancora vivo negli abitanti di poter attribuire a qualcuno la responsabilità di quanto accaduto. Le telecamere di “Prima dell’Alba – La Rampa” tornano a Genova anche per ritrovare due sorelle che Salvo Sottile aveva incontrato un anno fa e scoprire cos’è successo in questo anno nelle loro vite e in quelle dei commercianti della zona rossa che hanno perso il lavoro.

Dalla resistenza di un’intera città a quella di usi e costumi che perdurano al passare del tempo, Salvo Sottile esplora il mondo di quei lavori antichi che sopravvivono ancora oggi, sebbene con difficoltà, nell’era di Internet e della Tecnologia 5G. Tra questi, ci sono gli ultimi carbonai della Calabria, che di notte – con estrema fatica e bassissimi redditi – lavorano appena fuori dal paese di Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia. Salvo Sottile commenta il servizio con Carlo Calenda e si confronta con lui sulla necessità di andare incontro ai cambiamenti dell’economia globale ma anche di tenere conto delle sue contraddizioni, delle quali i carbonai della Calabria sono un perfetto simbolo.

Il focus sulle “sopravvivenze” del mondo del lavoro si chiude con una finestra su un altro fenomeno molto diffuso nell’Italia della crisi: il “pendolarismo estremo” di chi ogni giorno, per sopravvivere, è costretto a sottoporsi a estenuanti viaggi, anche di diverse ore. Tra questi, la maestra elementare Lina, che ogni notte da tre anni si sveglia alle tre per prendere il treno da Portico in provincia di Caserta ed essere a Roma all’apertura delle lezioni; quattordici ore fuori casa, di cui sei tra treni e metro, solo per poter lavorare. Se il pendolarismo di giorno è legato al lavoro, esiste un altro tipo di pendolarismo che vive di notte e che è legato a tutt’altri motivi. Salvo Sottile esplora il mondo dei “frontalieri” per sesso o per gioco, italiani che di notte scavalcano la frontiera tra la Lombardia e il Ticino, tra Varese, Como e Lugano per frequentare bordelli e casinò, e ne parla con Massimo Gramellini e con il prestigiatore Andrea Paris.

Buttanissima :

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