Un rimpasto sì, ma l’altro no

Il commissario regionale di Forza Italia, Marcello Caruso, e il governatore Renato Schifani (foto Mike Palazzotto)

Schifani non riesce a sbrogliare i nodi Scarpinato e Turano, per non indisporre Fratelli d’Italia e Lega, e rinvia sine die il rimpasto della giunta regionale, annunciato (come “tagliando”) all’indomani dei ballottaggi. Nel frattempo, però, chiede a Lagalla di sostituire due assessori al Comune di Palermo, “perché non ci rappresentano più”. Andrea Mineo e Rosi Pennino sono vicini a Gianfranco Micciché e come tali hanno fatto il loro tempo: vanno rimossi. La mossa di Forrza Italia, in questa nuova versione post-berlusconiana e poco inclusiva, però non è andata giù a Davide Faraone, segretario regionale di Italia Viva, presente in giunta con la civica ‘Patto per Palermo’.

“Rimpasto a Palermo? Noi pensiamo che si deve andare avanti nel rispetto degli interessi della città – aveva detto ieri Faraone -. La giunta sta lavorando benissimo, basti pensare al lavoro fatto dall’assessore Totò Orlando che è riuscito a svuotare quel capannone pieno di bare in attesa di sepoltura. Sinceramente introdurre elementi politici su una esperienza che sta dimostrando qualità sarebbe gravissimo. Il sindaco toglie l’assessore se non funziona non per appartenenza politica. Siamo contrari a rimpasti e rimpastini, è roba da vecchia politica”.

L’alter ego di Schifani, però, non ci sta. E così dopo averci rimuginato sopra per quasi ventiquattr’ore, arriva la replica che rischia di aprire uno squarcio pericoloso nell’esecutivo di Lagalla: “Dal senatore Davide Faraone – dice Marcello Caruso, commissario regionale azzurro – sono venute parole scomposte, che sono soltanto il segno del nervosismo che regna nel cosiddetto terzo popolo dopo numerose e ripetute esperienze fallimentari sul piano elettorale. Queste esperienze non hanno fatto altro che confermare come fino ad oggi questa esperienza altro non sia stato se non un continuo cercare strumenti per superare i diversi sbarramenti elettorali, senza alcuna prospettiva né un chiaro indirizzo politico, ancora meno di indirizzo moderato e liberale. E se un’ulteriore conferma fosse stata necessaria, ecco l’annuncio del flirt con Cateno De Luca, altro possibile accordo-autobus in vista della disperata ricerca dei numeri per superare lo sbarramento alle europee”.

“Forza Italia, al contrario, continua a porsi in modo chiaro ed inequivocabile come esperienza politica moderata, aperta al dialogo e pronta ad accogliere, come fatto nei mesi scorsi, quanti si riconoscono in valori liberali e democratici e, soprattutto, vogliono contribuire con esperienza e competenza al governo del Paese, della Regione e delle nostre comunità nel quadro del centrodestra. Quanto infine alle affermazioni di Faraone sull’ipotesi di avvicendamenti all’interno della Giunta comunale di Palermo – conclude Caruso -, al di là su ogni commento sul classico pulpito da cui viene la predica ricordando i ben 49 assessori del Governo Crocetta di cui Faraone era sponsor, non possiamo che ribadire il diritto/dovere di ciascun partito di dare giusta rappresentanza alla propria base nonché alle istanze dei propri gruppi consiliari, ovviamente in un quadro che non intacca in alcun modo, ma anzi vuole ulteriormente rafforzare l’impegno dell’Amministrazione per la soluzione dei problemi dei cittadini.”

Alberto Paternò :

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