Un asse Roma-Palermo per rinsaldare le politiche attive del lavoro e lenire la ferita del precariato. Nelle ultime settimane si è insediato un tavolo ministeriale, a cui partecipano l’assessore alla Formazione, Roberto Lagalla, e quello al Lavoro, Mariella Ippolito, oltre al ministro allo Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, per capire che fine farà la platea degli iscritti all’albo della Formazione professionale attualmente “inoccupati”. Una platea difficile da quantificare (originariamente composta da 8.500 persone), ma così ripartita: 1.700 sono gli ex sportellisti, precari da cinque anni; 2.500 (circa) quelli che non hanno trovato spazio con la ripresa dei corsi dell’Avviso 8. Oltre 4 mila persone – al netto di chi ha perso interesse, è andato in pensione o è deceduto – che restano in attesa di un’occupazione.
All’orizzonte, specialmente per gli ex sportellisti, si profila una possibilità nuova: diventare “navigator”. Ossia quella figura professionale che verrà istituita nei centri per l’impiego per fungere da raccordo tra domanda e offerta di lavoro. Tra chi si accinge a percepire il reddito di cittadinanza, ed è obbligato a valutare tutte le offerte di lavoro possibili (dopo tre rinunce il sussidio decade), e le aziende). Fra le ipotesi prospettate a Di Maio c’è quella che prevede la riconversione degli ex sportellisti in “navigator”, ma gli ostacoli non sono pochi: “Il requisito richiesto è il titolo di laurea – spiega l’assessore Lagalla – e non tutti i 1.700 ex sportellisti lo detengono. In realtà sono meno…”.
Quanti secondo le vostre stime?
“Un numero che va da 1200 a 1400 persone. Ma soltanto il 25-30% di loro è laureato”.
Quanti “navigator” servirebbero nei centri per l’impiego della Sicilia?
“A fronte dei 1.737 dipendenti che lavorano già al front office, serviranno tra 500 e 600 tecnici specializzati, i cosiddetti “navigator”. Ma ci tengo a precisare che la cornice nella quale ci muoviamo al tavolo con Di Maio non è limitata alla sola platea degli ex sportellisti, ma è l’esito di una richiesta che il presidente Musumeci aveva inoltrato ad agosto al ministero del Lavoro e che faceva riferimento al complessivo bacino contenuto nell’albo dei formatori. Resta un problema ulteriore, ossia il destino di quegli operatori della formazione che non sono stati richiamati a lavoro”.
In questi giorni avete prospettato il taglio di 3 mila operatori, che saranno reindirizzati alla pensione o al ricollocamento…
“Abbiamo individuato la necessità di approfondimenti ulteriori. Si potrebbero avviare alle misure previste dalla recente Finanziaria come “Quota 100” e altri strumenti accessori per l’anticipazione della pensione, ovvero gli strumenti in deroga che devono essere concordati fra Regione e Stato, per creare una passerella di tutele sociali che li accompagni alla pensione. La parte restante, invece, potrà essere ricollocata e riqualificata, dopo apposita formazione, in aree lavorative diverse come quella dell’infrastrutturazione digitale. A questo proposito, abbiamo insediato un tavolo presso Anpal servizi”.
A proposito, i Cinque Stelle sostengono che l’assunzione di “navigator” passa da un concorso Anpal e sia una competenza statale. A quanto pare il titolo di ex sportellista darebbe solo un punteggio più alto ai fini del concorso…
“Questo aspetto non lo abbiamo ancora approfondito. Se ne riparlerà al prossimo tavolo convocato dopo il 20 febbraio. Ci atterremo, comunque, alle disposizioni del governo”.
Si ritrova a fare i conti con un meccanismo che dipende dal reddito di cittadinanza. E lei questo reddito di cittadinanza non l’ha mai digerito…
“Sul piano personale e politico non sono convinto che sia uno strumento né agevole dal punto di vista dell’applicazione, né privo di rischi sul piano della realizzazione. Né particolarmente incentivante per far girare l’economia. Certamente, e ne sono sicuro, è diseducativo per i giovani”.
Ma questi lavoratori “inoccupati” in esubero non potrebbero essere riassorbiti non appena riparte l’Avviso 8, per cui la Regione ha previsto un impegno di spesa di 137 milioni?
“E’ in corso l’Avviso 2 della Formazione professionale, che ha consentito il riassorbimento, su circa 180 enti, di 2 mila persone. Se arriveremo a 2.500 sarebbe un risultato rispondente alle nostre previsioni iniziali. E’ prevedibile che possa scivolare ulteriormente, probabilmente ad altri enti che si trovano nell’elenco. Quindi non abbiamo una particolare premura ad avviare l’Avviso 8, che immaginiamo possa garantire, in sequenza con l’Avviso 2, una certa continuità alle attività di formazione sul territorio regionale. Passata la prima buriana della manovra finanziaria, incontreremo le organizzazioni datoriali e sindacali, per mettere in campo i temi e le modalità di attuazione dell’Avviso 8. Il quale è stato disincagliato dal Tar, che ne ha riconosciuto la legittimità”.
Oltre alla Formazione, si è tornato a parlare di istruzione. Ha inviato da poco all’ufficio scolastico regionale e al Miur il disegno della nuova rete scolastica siciliana. Cosa prevede?
“Attraverso l’attivazione di nuovi indirizzi, permette un ampliamento dell’offerta formativa e una più efficiente riorganizzazione del sistema, anche alla luce del piano di dimensionamento per il 2019/2020. Il processo di razionalizzazione riguarda 51 istituti scolastici sottodimensionati, quindi in sofferenza per numero di iscrizioni già da qualche anno e con meno di 600 alunni, o 400 se ubicati nei comuni montani o nelle isole minori. Abbiamo però deciso di procedere al mantenimento di una parte di essi, perché sottodimensionati per il primo anno o con un calo di iscrizioni inferiore al 10% della soglia stabilita per legge, per dare loro la possibilità di incrementare il numero di iscrizioni per l’anno successivo. Altri istituti sono stati soppressi nominalmente o accorpati per consentire una riorganizzazione più efficiente degli stessi, tenendo conto delle specifiche esigenze dei territori di riferimento”.
Quali sono le novità ulteriori?
“Abbiamo aggiunto nuovi indirizzi, soprattutto per gli istituti tecnico-professionali, che hanno a che fare con i segmenti strategici dello sviluppo regionale: parliamo di area turistico-alberghiera, agroalimentare e di quella legata alle tecnologie avanzate e sanitarie. Inoltre, sempre in ambito scolastico, stiamo dando attuazione a un protocollo d’intesa sottoscritto col Miur per la sperimentazione del “tempo pieno” in alcuni istituti comprensivi che sono collocati in aree a particolare degrado sociale ed economico, con l’obiettivo di limitare e ridurre la dispersione scolastica. Sono state scelte dieci scuole per poter standardizzare il modello ed estenderlo negli anni successivi. Poi si aggiunge l’azione che stiamo compiendo per riqualificare l’edilizia scolastica”.
La manovra uscita dalla Commissione Bilancio è stata definita “lacrime e sangue”. Qual è il suo giudizio?
“E’ l’esito di una contingenza economica particolarmente difficile. A seguito del pronunciamento della Corte dei Conti ci siamo trovati a dover ripianare un debito risalente alle precedenti amministrazioni ma che, nella logica della continuità amministrativa, ricade su questo governo. La Finanziaria risponde a una logica di rigore, senza voci di spesa aggiuntiva. Ma ci riserviamo, nel corso dell’anno, da qui a poco auspicabilmente, un “collegato” alla Finanziaria che possa dare impulso alla spesa nei limiti del possibile”.
Da più fronti viene invocata la creazione di una nuova gamba del centrodestra. Che faccia da contraltare a Salvini e assuma un aspetto più moderato della Lega. Le Europee sono una buona occasione per misurare questo progetto?
“Le elezioni di maggio costituiscono un momento opportuno per realizzare aggregazioni su scala ampia. Mi auguro che questa lista unica di centristi e moderati possa avere un battesimo elettorale. E’ chiaro che non si può limitare solo a richiamare la validità passata di questa proposta politica, ma occorre saperla rinnovare in termini di programmi e progetti, ma anche di rappresentanza”.