Su un protocollo d’intesa fra la Regione siciliana e l’Università Kore di Enna, che riporta la data del 24 febbraio, si è concentrata l’attenzione del Movimento 5 Stelle: “I primi passi verso l’istituzione del Policlinico di Enna sono stati mossi dalla Regione in maniera del tutto carbonara, bypassando di fatto l’Ars”. Non è soltanto una questione di metodo. Ma di merito. In Sicilia potrebbe nascere il quarto Policlinico: dopo quelli di Palermo, Catania e Messina, ecco Enna, sede di una delle università più prestigiose (all’inaugurazione dell’anno accademico c’era Mattarella). La prima lezione della nuova Facoltà di Medicina, rigorosamente online, si è tenuta a novembre 2020, in piena pandemia.

Da qui il protocollo d’intesa sottoscritto, qualche settimana fa, tra l’assessore alla Salute Ruggero Razza e il presidente della Kore, Cataldo Salerno, relativo “alle attività assistenziali necessarie per lo svolgimento delle attività di didattica e di ricerca nella Regione siciliana”. Secondo i Cinque Stelle “pare” che l’accordo possa prevedere “l’istituzione del quarto Policlinico dell’Isola. Vogliamo capire quali sono stati i criteri che hanno fatto sì che venisse scelta Enna e non Caltanissetta e a che punto è l’iter di istituzione”. Non si tratta di una mera questione campanilistica, e i deputati del M5s non fanno nulla per sviscerare la vicenda. Ma a sette mesi dal termine di una legislatura funestata dai problemi, anche in ordine alla gestione dell’emergenza sanitaria (su cui pende l’inchiesta della Procura di Palermo e il possibile rinvio a giudizio dell’assessore) e del potenziamento delle strutture ospedaliere, ogni ‘occasione’ è fonte di sospetto.

Basti vedere come l’assessore Razza e la sua Diventerà Bellissima abbiano tentato di allungare la propria sfera di influenza sul territorio di Troina: città della moglie Elena Pagana (transitata dai grillini al movimento del governatore) e sede dell’Oasi, l’istituto d’eccellenza per i disabili mentali, diventata una succursale del partito. Una forma di occupazione “militare” del potere – l’ultimo direttore generale è stato revocato da un prete – che avrebbe fatto innervosire persino il Vaticano, da cui l’Oasi dipende in maniera diretta. Al netto dei contrasti con la Sacra Romana Chiesa e del tentativo, lecito, di far ricadere sul territorio della Pagana dei benefici elettoralmente utili, la questione Policlinico merita degli approfondimenti ulteriori. Magari in sede di confronto parlamentare, dove il M5s chiederà l’apertura di “un tavolo di discussione che coinvolga i sindaci delle due province, l’assessore alla Sanità e i deputati regionali per discutere di questi temi”.

Secondo gli ultimi dati aggiornati dell’Istat, la provincia di Enna è la meno popolosa di Sicilia, con i suoi 157 mila residenti. Caltanissetta, che occupa il penultimo posto, ne conta 253 mila. Nonostante tutto, nell’Ennese esistono già quattro ospedali, di cui uno, quello di Leonforte, vive una fase drammatica a causa dell’atavica carenza di personale. L’apertura di un Policlinico, pertanto, dovrebbe garantire criteri di sostenibilità sotto il profilo delle risorse umane ed economiche. E soprattutto rimetterebbe in discussione la legge regionale n.5 del 14 aprile 2009, “Norme per il riordino del servizio sanitario nazionale”, che definisce e individua l’organizzazione di aziende e distretti del sistema sanitario regionale. Che fine farebbe, ad esempio, la Asp di Enna, retta attualmente da Francesco Iudica (cognato, fra l’altro, di Raffaele Lombardo)? E quella di Caltanissetta?

I grillini vorrebbero parlare di questo. E ricondurre in ambito parlamentare una discussione – come le prime sulla missione 6 del Pnrr sanità – rimasta fuori dalla commissione di competenza. Nel frattempo dovranno accontentarsi, come gli umani mortali, di apprendere delle intenzioni di Razza dal documento allegato alla delibera di giunta che esprime apprezzamento per il protocollo d’intesa. Con cui la Regione indica “l’azienda sanitaria provinciale di Enna quale struttura di coordinamento delle attività svolte nella formazione degli specializzandi e degli studenti dei corsi di studio e di specializzazione dell’area medica e delle professioni sanitarie”. Mentre “le strutture, il personale e le attrezzature necessarie per l’attività dei corsi di studio e di specializzazione dell’area medica e delle professioni sanitarie saranno individuate nei successivi accordi attuativi (…) tenendo conto della tipologia e dei volumi dell’attività assistenziale necessaria per la formazione degli specializzandi e del personale sanitario”. Tra le finalità del protocollo emerge “l’impegno della Regione e dell’Università a valutare con successivi appositi provvedimenti l’opportunità di inserire l’offerta formativa dell’Università stipulante nella esistente rete formativa del S.S.R.” (servizio sanitario regionale). Anche se attualmente lo scopo è la realizzazione di “un sistema integrato di alta formazione professionale, di sviluppo della ricerca biomedica e clinica e delle connesse attività esistenziali, nel quadro di compatibilità delle risorse disponibili”.

Bellissime parole che non dovrebbero lasciare spazio a interpretazioni maliziose. Ma siamo sempre in provincia di Enna, e la campagna elettorale è alle porte. E allora meglio un passaggio in parlamento per mettere le cose in chiaro. Nel frattempo ci ha provato Giusy Savarino, portavoce di Diventerà Bellissima: “Sulla istituzione del Policlinico Universitario di Enna duole dover leggere l’ennesimo commento fuori fuoco, financo pretestuoso, da parte di alcuni colleghi Cinque Stelle che forse dimenticano, o ancor più grave non hanno effettiva contezza, del percorso costruito intorno alla rete formativa e accademica della Facoltà di Medicina a partire dalla legge 5 del 2009. Quella della Kore – ha detto la presidente della commissione Ambiente dell’Ars – costituisce una grande opportunità di formazione sanitaria per l’intera Sicilia centrale, con in testa le province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna e le loro strutture ospedaliere. Non può ridursi a mero cavillo per vacue polemiche politiche”.