Candidato no. Non è il suo mestiere. Evoca un personaggio delle canzoni di Paolo Conte, “con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così”, Ezechia Paolo Reale, avvocato di vaglia del foro di Siracusa. Dopo due ballottaggi per la sindacatura persi alla stesso modo identico a 5 anni di distanza, sembra un altra icona del maestro di Asti: il “vecchio sparring partner” dalla “calma tigrata”.
E con la sua calma tigrata l’avvocato Reale ha messo assieme le molte singolarità delle elezioni amministrative siracusane del 10 giugno, verosimilmente non segnate da brogli ma da una sontuosa dose di approssimazione pasticciona, questo sì. Basti pensare che i risultati delle votazioni per il consiglio comunale sono stati proclamati dopo il ballottaggio del 24 giugno. Cioè ci sono voluti 20 giorni per mettere assieme preferenze, schede bianche e nulle. A Siracusa, non nel Sertao equatoriale raccontato da Jorge Amado, non nella lontana Siberia di Putin, non nell’Anatolia di Erdogan, non in un villaggio dell’Andhra Pradesh, nel ventre profondo del subcontinente indiano.
E dopo questa gestazione laboriosa, Ezechia, che magari candidato no, ma avvocato certamente, spiega: “Dai conteggi ufficiali mancano i voti di più di 2.000 elettori (cioè un numero di voti che da solo supera il risultato di otto liste presenti nella competizione) non si sa che fine abbiano fatto; circa 150 voti sono stati complessivamente conteggiati in tre sezioni nonostante non ci fossero i relativi elettori (ad es. attribuiti 859 voti complessivi in una sezione dove hanno votato solo 768 persone).”
Ecco, Siracusa va oltre Cetto La Qualunque che invitava a “colorare” le schede bianche. In un mix in cui dilettantismo e cialtroneria battono per distacco ogni sospetto di inquinamento elettorale, da un lato in alcune sezioni si assegnano più consensi dei votanti, dall’altro mancano all’appello voti di elettori che votarono. Ora la giustizia farà il suo corso, presumibilmente lentissimo. E non è solo un fatto formale perché per una manciata di voti Reale non ha raggiunto al primo turno il 40% che lo avrebbe eletto sindaco. Ma Ezechia lo sa, e Conte lo cantò, che “queste son situazioni di contrabbando”.