La signora M.C. – sessantanove anni – stamattina era andata all’ospedale “Cervello” di Palermo per una trasfusione di sangue. Medici e infermieri l’hanno accolta con amorevolezza ma, dopo avere atteso per tre ore che si attivassero i computer, hanno alzato le mani e si sono arresi. Tutti i pazienti in attesa di assistenza sono stati rimandati a casa. Il sistema informatico era in tilt quindi non era possibile pagare il ticket né accedere alle altre procedure necessarie per attivare le prestazioni. Un delirio. Che ha non pochi colpevoli: primo fra tutti il decreto del ministro Schillaci sulle tariffe che non ha previsto i tempi di adeguamento ai nuovi codici. Pubblicato il 27 dicembre, è entrato in vigore il 30. Poteva sopperire la Regione ma i burocrati degli ospedali e delle Asp non hanno ritenuto opportuno spezzare l’incanto delle Feste e pensare ai pazienti.