Dicono che è stato un colossale depistaggio. Dicono che a Caltanissetta pochi ma spregiudicati investigatori hanno fatto scempio della verità sulla strage nella quale morì il giudice Paolo Borsellino. Ma quando leggi le motivazioni della sentenza per capire chi furono i registi della messa in scena costruita attorno al falso pentito Scarantino scopri che i colpevoli non ci sono. I giudici del “Borsellino quater” insistono sul questore Arnaldo La Barbera, che guidò il gruppo d’indagine e che è morto prima che il processo arrivasse alla fase dibattimentale. E mettono alle corde tre poliziotti, infelici e sconosciuti, per i quali si preannuncia già un lungo calvario giudiziario. Sui magistrati che con un semplice tratto di penna avrebbero potuto sventare ogni trucco e ogni inganno neppure una parola. Al massimo ebbero qualche “distrazione”.