Beatrice Venezi è una giovane direttrice d’orchestra che forse dovrebbe prendere atto del fatto di non avere ancora raggiunto i livelli di Leonard Bernstein o di Herbert von Karajan. Lo stesso vale per Andrea Peria: il sovrintendente della Sinfonica ritiene di avere già le competenze per dirigere il Teatro Massimo dimenticando di essere un pagnottista nominato da Renato Schifani per i servizi resi durante la campagna elettorale. Dopo il concerto di sabato scorso, gli orchestrali della Sinfonica hanno detto che la Venezi non è proprio un genio della musica classica come Peria ha voluto far credere. Apriti cielo. E’ scattata la caccia al capro espiatorio. Cioè al flautista e ai violinisti che hanno raccontato la verità. Per salvare, va da sé, la faccia alla Venezi, a Peria, a Schifani e a tutto il baraccone del sottogoverno annidato tra i drappeggi del Politeama.