Il sindaco Lagalla non riesce a venirne a capo e, stretto nella morsa dei ‘delusi’, è costretto a rinviare la nomina della nuova giunta di Palermo. Per l’ennesima volta. L’incontro in programma sabato a palazzo delle Aquile, cui erano invitati anche gli esclusi (Saverio Romano per Noi con l’Italia, Totò Lentini per Alleanza per Palermo e Decio Terrana per l’Udc), si è trasformato in un tiro al bersaglio: i partiti rimasti sotto la soglia di sbarramento, che tuttavia avevano incassato la promessa di far parte della squadra una volta superato il 3,5%, hanno alzato la voce e imposto un nuovo stop al sindaco, che proprio ieri aveva ricevuto le ultime indicazioni da Fratelli d’Italia.

“Nel corso della riunione – si legge nella nota di palazzo delle Aquile – il primo cittadino ha fornito alcune indicazioni sui criteri di composizione della Giunta, per come emerso a seguito dei contatti intrattenuti con i partiti nelle settimane precedenti. Pur essendo stata unanimemente condivisa la necessità di giungere, nel più breve tempo possibile, all’insediamento della Giunta, è stata avanzata la richiesta di ulteriori approfondimenti. A fronte di ciò, il sindaco, ribadita l’esigenza di assicurare la piena funzionalità del governo cittadino, ha espresso la sua determinazione a giungere ad una rapida sintesi”. Al riguardo, Lagalla ha dichiarato: “Palermo ha urgente bisogno di una squadra che possa affrontare i gravi problemi che l’affliggono. I cittadini si aspettano risposte tempestive ed efficaci. In ogni caso, non intendo andare oltre la metà della prossima settimana per la presentazione ufficiale della Giunta. Fino ad allora continuerò a far fronte personalmente ai tanti problemi di Palermo, come del resto faccio sin dal mio insediamento, nel rispetto delle tante e legittime aspettative dei cittadini”.

La verità è che Lagalla rimane ostaggio dei partiti. Compreso Forza Italia, che secondo Repubblica avrebbe chiesto un posto per Totò Lentini (già “assoldato” nelle proprie liste in vista delle Regionali). La querelle interna al centrodestra, ovviamente, potrebbe avere effetti anche sulle prossime elezioni d’autunno, per questo il sindaco dovrà adottare tutte le cautele del caso. La squadra, sulla carta, c’è già. Della lista di Fratelli d’Italia, consegnata da Ignazio La Russa, fanno parte Carolina Varchi, che dovrebbe essere il nuovo vicesindaco; Giampiero Cannella, attuale coordinatore per la Sicilia occidentale; e Dario Falzone, già vicesindaco e storico volto della destra palermitana. Restano tutti fuori gli uomini di Musumeci, che pagano così a caro prezzo il “torto” perpetrato ai cugini con la nomina di Alessandro Aricò come assessore regionale alla Formazione.

Anche Forza Italia avrà tre assessori e, molto probabilmente, il nuovo presidente del Consiglio comunale (Giulio Tantillo). Gli azzurri prescelti per un posto in giunta sarebbero Andrea Mineo, Rosi Pennino e Aristide Tamajo, padre del deputato regionale Edy. Altri tre assessori arrivano dalla lista di Lagalla (tra loro Maurizio Carta, all’Urbanistica, e il renziano Totò Orlando), uno a testa per Lega e Democrazia Cristiana.

Dalle opposizioni si levano le prime polemiche. “Anche oggi – scrive Antonino Randazzo, del Movimento 5 Stelle – sembra che beghe interne, tentativi di spartizione di poltrone e poteri, rivendicazioni e ambizioni personali, tutto come da copione nel centrodestra, siano state la causa di un indecoroso teatrino a ciò assistiamo a più di un mese. Lagalla farebbe bene oggi ad informare tutti se è in grado di varare una giunta, di programmare ed avviare la macchina amministrativa o se sarebbe il caso di fermarsi sin da subito per una evidente ed accertata inoperabilità di fronte ai giochi di partito”. Per Mariangela Di Gangi “l’ennesimo rinvio della nomina della Giunta è il segno che purtroppo, come temevamo, nella nuova “era Lagalla” le poltrone e il bilancino contano più dei bisogni della città. Altro che “prima Palermo””.