Tutte le strade portano a Roma diceva un detto latino in voga nell’antichità. Un detto che era nato per magnificare le gesta romane e la potenza dell’Urbe. Allora, infatti, tutte le strade costruire dai conquistatori romani portavano in realtà sempre e comune a Roma, la capitale dell’Impero.
Oggi non è più così. Tutte le strade portano, invece, a Orlando. Ma non si parla della nota città della Florida né dell’ex Ministro di Grazia e Giustizia. L’Orlando in questione è il sindaco di Palermo, sindaco dell’area metropolitana, Presidente dell’Anci Sicilia e, di fatto, vicerè di tutte le cose visibili e invisibili che nel Palermitano avvengono.
E dopo aver detto la sua su ogni cosa, compresa la scelta del candidato presidente della Regione imposto alla coalizione di centrosinistra per sfidare Musumeci (e perdere), adesso il ‘mantra’ orlandiano sono le strade.
“Gli amministratori siciliani sentono forte il disagio legato al profondo stato di degrado del sistema di viabilità autostradale e secondario siciliano fatto di strade dissestate, autostrade a una corsia per deviazioni e restringimenti di carreggiata, vegetazione incontrollata, che ostruisce pericolosamente la visibilità e gallerie in cattivo stato e poco illuminate e denunciano una situazione viaria drammatica sulla quale bisogna intervenire in maniera tempestiva” ha detto in una dichiarazione pubblica da Presidente dell’Anci Leoluca Orlando insieme a Mario Emanuele Alvano, segretario generale.
“Lo stato di crisi finanziaria e istituzionale che ha caratterizzato la vita, di questi ultimi anni, delle città metropolitane e delle ex province – hanno continuato Orlando e Alvano – ha trasformato una situazione di profondo disagio legata al cattivo stato dei collegamenti su strada in una condizione disastrosa che lede il diritto alla mobilità e alla sicurezza dei cittadini”.
Insomma il problema delle strade provinciali in tutta l’Isola è grave e il paladino di Palermo è preoccupato: “Affermare il diritto alla mobilità all’insegna della sicurezza che favorisca le normali attività della vita quotidiana e le attività economiche anche in relazione alla significativa presenza di turisti nell’Isola è indispensabile – ha concluso Orlando – ed è per questo che auspichiamo che Enti locali e Regione siciliana facciano fronte comune per chiedere allo Stato fondi adeguati che permettano interventi infrastrutturali che rendano una mobilità più agevole e sicura in tutta l’Isola”.
Una domanda viene, però, spontanea ed è destinata al perenne sindaco preoccupato: “Si ricorda Orlando quali siano le condizioni delle strade della città da lui amministrata, quella Palermo Capitale della Cultura e delle installazioni spesso incomprensibili?”.
Ma Palermo in Italia è Palermo come dimostra ‘Vanity Fair’ che il 9 gennaio magnificava la città nell’anno di capitale della Cultura dimenticando, naturalmente, le difficoltà nella raccolta dei rifiuti, la sporcizia che i turisti ci rimproverano nella stessa frase in cui magnificano tutto ciò che di splendido questa città può offrire. Dimenticando i trasporti visto che una recente indagine del centro ricerche Continental secondo cui i trasporti pubblici a Palermo sono i più lenti d’Italia con una media di 13 chilometri orari.
Tutte cose che non contano, che sono scomparse, magari dentro una delle tante buche in sequenza delle strade palermitane. Buche che crescono con l’allontanarsi dal centro che pure ne è ben dotato.
C’è una vecchia battuta che di recente viene messa in bocca al vice Premier Luigi Di Maio deridendo la sua attitudine all’uso scorretto del congiuntivo (anche se non l’ha mai pronunciata) che dice ‘Se io sarei un amministratore riparerei le buche delle strade’. Nella barzelletta qualcuno corregge: “Fossi, Di Maio, fossi”. E il Di Maio immaginario della stessa barzelletta risponde: “Si, esatto, i fossi”. Ecco sindaco, in modo sgrammaticato forse è opportuno chiederle “Se lei ‘sarebbe’ sindaco di Palermo oltre che Presidente di Anci Sicilia, forse ‘potesse’ riparare i fossi e non soltanto chiedere agli altri di riparare i propri?”.