Un altro squarcio alla Regione. Con un decreto pubblicato un paio di giorni fa, il dipartimento al Turismo ha annullato in autotutela la manifestazione “Palermo Sport Tourism Arena”, da circa mezzo milione, perché assegnata senza gara in violazione del Codice degli appalti. L’iniziativa, organizzata dal gruppo Rcs Sport, fa parte del più ampio plafond di una convenzione da 1.952.000 euro sulla comunicazione dell’evento accoppiato al Giro di Sicilia. Lo riferisce il quotidiano ‘La Sicilia’, che riporta un retroscena relativo alla matrice politica di questo ripensamento.
Sarebbe stato Renato Schifani, infatti, a volerci vedere chiaro, chiedendo un parere all’Ufficio legislativo e legale della Regione in seguito ad alcuni articoli di stampa. Da qui l’indagine dell’avvocato generale Giovanni Bologna, che si è conclusa con la segnalazione di un altro, potenziale caso Cannes. Il 30 dicembre 2022 (nelle stesse ore in cui si firmavano gli atti per autorizzare lo shooting fotografico all’Hotel Majestic al costo di 3,7 milioni), viene firmato il “pacchetto unico” con Rcs Sport: Giro di Sicilia (regolarmente svoltosi lo scorso aprile) più “Palermo Sport Tourism Arena”, una sorta di festa-fiera con il coinvolgimento delle società sportive siciliane.
Anche in questo caso, com’era già avvenuto per l’affidamento alla lussemburghese Absolute Blue (provvedimento poi ritirato in autotutela dalla Regione), viene condotta una trattativa senza gara. Un iter, scrive ‘La Sicilia’, fondato sul presupposto che si può autorizzare la procedura diretta quando un evento è organizzato da chi ne ha l’esclusiva. Ma se per il giro ciclistico Rcs Sport possiede il bollino blu, ciò non accade per la “Palermo Sport Tourist Arena”: l’evento da 500 mila euro è «sprovvisto di adeguata motivazione per l’utilizzazione della deroga di legge».
Nei passaggi più salienti del parere di otto pagine, l’avvocato generale Bologna mette in guardia sui quasi due milioni di comunicazione condivisa con il Giro, ricordando come l’assessorato al Turismo abbia fornito «scarse informazioni» sulla natura dell’appalto che stava assegnando. «Non è nota la modalità di rendicontazione dei costi dei servizi acquistati», la tesi legale. Le carte sull’iniziativa sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza.