Siamo lontanissimi dalla Costa Azzurra. Ma l’epicentro di quello che, secondo il Pd, ha tutte le potenzialità per diventare una “Cannes 2”, è l’assessorato al Turismo e agli spettacoli della Regione siciliana. O meglio, gli uffici del dipartimento da cui, il 14 e il 22 dicembre, sono partiti due decreti del responsabile del servizio, Giuseppe Librizzi, con cui si approva il quadro economico di altrettante, celebri iniziative: il Sicilia Jazz Festival, in programma a Palermo l’ultima settimana di giugno; e le Celebrazioni Belliniane (fra settembre e ottobre), che contemplano il “Bellini International Context” e la “Settimana di musica sacra di Monreale”.
Il costo, rispetto alla scorsa edizione, è lievitato: complessivamente l’impegno della Regione si spinge fino a 5 milioni. Il Sicilia Jazz Festival, punta di diamante del Brass Group, ne costerà un paio (cifra raddoppiata rispetto al 2022); per celebrare Vincenzo Bellini, in un evento che “ambisce a valorizzare le aree meno conosciute della città Metropolitana di Catania”, ne serviranno tre (contro i due dell’anno prima). Nell’interrogazione depositata all’Assemblea regionale, Cracolici e Co. chiedono al governo di “procedere alla verifica della congruità delle singole voci di costo dei piani economici delle manifestazioni, anche attraverso il raffronto dei costi sostenuti per le edizioni 2022, nonché il riscontro degli eventi attraverso l’accertamento dei biglietti venduti”.
Nel caso del Sicilia Jazz Festival, “alcune delle obbligazioni approvate sembrerebbero poco congrue e non adeguatamente giustificate”, come nel caso dei 54 mila euro destinati all’Accademia Palermo Classica per “Servizi tecnici relativamente a sedi concerti”. Ma nel mirino è finita anche la voce “servizi artistici”, affidati al Brass Group, che per il 2022 ammontavano ad un totale di euro 657.200,00 e adesso sono più che raddoppiati (1,3 milioni). Anche per le Celebrazioni Belliniane, i “servizi artistici” passano da 1,4 a 2 milioni: dalla nota del Pd emerge “un considerevole incremento dell’assegnazione alla Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana (FOSS), destinataria di un importo del valore di euro 760 mila per il 2023, rispetto al contratto di euro 236.500,00 per il 2022”.
La maledizione di Via Notarbartolo si allunga così sul nuovo assessore, Elvira Amata. Ma è chiaro, dai riferimenti temporali, che la questione risale all’epoca Scarpinato, l’ex responsabile del Turismo, graziato da Schifani dopo l’intervento dei vertici di Fratelli d’Italia, che avevano chiesto di derubricare il polverone dell’Hotel Majestic in “incidente di percorso”, con un semplice e lapidario scambio di deleghe fra patrioti. Manca, questa volta, la pistola fumante di un affidamento diretto a una società estera, come nel caso della lussemburghese Absolute Blue di Patrick Nassogne, che ricevuto il due di picche da Schifani – cioè la revoca del provvedimento in autotutela – ha preferito rivolgersi al sultano dell’Oman per vendere il suo progetto sulle donne e il cinema.
Anche se Cracolici e i parlamentari dem puntano i riflettori sulla procedura negoziata “per l’affidamento di servizi generali di organizzazione, servizi tecnici e servizi promo-pubblicitari” alla quale “sono stati invitati 5 candidati selezionati a seguito di indagine di mercato secondo il criterio del prezzo più basso”, ma a partecipare è stato soltanto uno: la VM Agency di Palermo. Il risultato? La società ha vinto la gara per un importo di quasi 900 mila euro, con un ribasso giudicato “ininfluente”. Mentre nel caso del Sicilia Jazz Festival compare un affidamento diretto da 169 mila all’Associazione culturale Altroquanto per “servizi generali di organizzazione”. Perché proprio lei?
Risalendo al decreto del 14 dicembre, si legge che “la Stazione appaltante ha individuato il fornitore in considerazione dell’alto grado di soddisfazione maturato a conclusione dell’affidamento immediatamente precedente, della acclarata peculiarità nella struttura del mercato nonché della capacità dimostrata di adempiere in maniera affidabile, reattiva e consona alle esigenze della manifestazione, così come attestato, peraltro, dalla project manager del Bellini International Context”. In questo gioco di sponde e di rimandi si arriva dritti a Gianna Fratta. E’ lei la project manager del Bellini International Context. La stessa Fratta, compagna del cantautore Piero Pelù, a cui nel maggio 2021 venne affidata dal commissario straordinario Nicola Tarantino (che a breve lascerà spazio al nuovo Cda) la direzione artistica dell’Orchestra Sinfonica Sicilia. Uno strumento utilizzato a mo’ di privativa e finito prematuramente nelle mani di Fratelli d’Italia e dell’ex assessore al Turismo Manlio Messina, oggi vicecapogruppo meloniano alla Camera dei Deputati, reduce dal pesantissimo alterco con Schifani su Cannes.
La Fratta, per le sue prestazioni da project manager (incarico maturato a seguito di avviso pubblico), percepirà un compenso da 102 mila euro, anche se Cracolici chiede di verificarne la congruità, “nonché l’aderenza dei titoli rispetto alle mansioni richieste per la figura professionale di cui si tratta”. Sulla gestione problematica del portafogli del Turismo sono in tanti ad avanzare dei dubbi. Il fatto che Schifani abbia ceduto ai diktat romani, senza imporre un cambio sostanziale nella guida dell’assessorato, non depone a favore della sua attività di governo. Che adesso, dopo un gennaio vissuto sulle montagne russe, rischia un altro danno d’immagine. I deputati del Pd, prendendo a modello quanto avvenuto con Cannes e il cinema, hanno chiesto al presidente della Regione “di valutare l’opportunità di procedere, in autotutela, alla revoca dei decreti di finanziamento dei due eventi”. Anche questa, una scena già vista.