Corruzione e truffa ai danni dell’Unione Europea sui fondi per l’agricoltura, con funzionari della Regione siciliana coinvolti. E’ questa l’accusa contestata a vario titolo a 22 indagati, di cui dodici messi agli arresti domiciliari e dieci sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Nel mirino dipendenti pubblici, oltre a imprenditori e professionisti. I reati contestati sono a vario titolo, associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, abuso d’ufficio, falso, distruzione e occultamento di atti e rivelazione di segreto d’ufficio.
L’operazione è stata condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura Europea – sede di Palermo. Con lo stesso provvedimento, il gip ha disposto il sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente, di somme e beni per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro, quale profitto delle condotte delittuose ipotizzate.
Le indagini costituiscono un ulteriore filone dell’operazione “Gulasch-Amici Miei”. La prima indagine aveva portato nel mese di marzo 2020 ad eseguire altri 24 provvedimenti cautelari personali e reali che hanno riguardato l’iter di concessione dei finanziamenti in agricoltura, europei e nazionali, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale (Psr) 2007/2013 e 2014/2020, gestiti dall’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura (Ipa) della Regione Sicilia, ente deputato alla valutazione dell’ammissibilità delle istanze volte ad ottenere i fondi.
“La corruzione purtroppo si conferma per il nostro Paese come un vero e proprio cancro da estirpare che produce effetti devastanti per l’economia, per la concorrenza a scapito degli imprenditori rispettosi delle regole, nonché per l’accessibilità e la qualità dei servizi, ma anche danni irreparabili alla fiducia che i cittadini devono poter riporre nei confronti di chi svolge funzioni pubbliche”. Lo dice il colonnello Gianluca Angelini comandante del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza. “Fondamentale inoltre è il corretto impiego dei fondi pubblici, – aggiunge Angelini – europei e nazionali, che in un territorio come quello siciliano possono rappresentare una reale occasione di sviluppo, un vero volano per la crescita del tessuto economico-imprenditoriale e per i connessi riflessi in termini occupazionali: obiettivi questi che si possono raggiungere solo a condizione che i finanziamenti vengano percepiti da chi ne ha effettivamente titolo e che siano utilizzati realmente per le finalità per le quali sono erogati.”.