Il cerchio s’è ristretto fino a diventare un tridente. Ad alleviare le giornate di Nello Musumeci, mentre gli alleati scalciano, sono rimasti i fedelissimi. Ruggero Razza, Gaetano Armao e Manlio Messina. I complici del disastro. Gli uomini del presidente non lo mollano di un millimetro; sperano in una benedizione dall’alto (l’assessore al Turismo ha un canale aperto con la Meloni) per riaffermare il suo diritto di governare a tutti i costi. E nonostante tutto.
La Sicilia è impantanata nei problemi di sempre: i rifiuti ammantano le strade di Catania (la Lucarelli ha rilanciato la questione dalla sua casetta di Milano, ma l’eco si è affievolito rispetto a Ferragosto); i bilanci sono paralizzati da un contenzioso stucchevole fra la Corte dei Conti e l’assessorato all’Economia; la sanità aspetta di riprendersi dalla botta della pandemia, che ha palesato le inefficienze croniche del sistema (la gestione è stata caotica e a tratti grottesca: c’è ancora un’inchiesta aperta sui dati falsi). Ciò che poteva andare male è andato peggio. E’ stato un disastro sotto il profilo amministrativo, contabile, d’immagine. Non passi sotto traccia il linguaggio dei s*** e degli “ammàzzati” di Manlio Messina, che tra una battaglia persa in tribunale e una foto con Joe Bastianich, durante il Sicilia Jazz Festival, ha avuto la presunzione di offendere i giornali e ridicolizzare un’istituzione con argomenti da bar. Senza pagare pegno.
Al di là dei calcoli dei partiti – più elettorali che di contenuti – verrebbe da chiedersi per quale motivo Musumeci meriti di rimanere in sella. Forse per aver chiuso le società partecipate inutili (tra cui l’Esa, “l’ultimo carrozzone della Prima repubblica”), o le liquidazioni degli enti in via di dismissione, grazie all’acuto monitoraggio del suo assessore al Bilancio? O per aver garantito (anche) durante la pandemia le prestazioni sanitarie di base ai malati extra Covid e aver reso la campagna vaccinale una macchina da guerra? O, forse, per aver portato un 6% di presenze turistiche in più rispetto al 2019, ora che nel resto del mondo è impossibile viaggiare? O, magari, per essersi fatto impugnare 8 delle 19 leggi approvate all’Ars in questo 2021, compreso un condono edilizio di dubbio gusto?
Se sono questi i prodigi della scienza e della conoscenza di questa squadra d’assessori, allora la risposta è no: Musumeci non merita di restare. Ma siamo certi che, dietro i fedelissimi del presidente, che non hanno fatto nulla per evitargli magre figure (ma per proteggerlo sono disposti a tutto), ci sia la vera sostanza e il vero vanto di questa amministrazione. E la campagna elettorale, sempre che non venga troncata prima da qualche “alleato” che non si arrende all’evidenza del buongoverno, ci dirà davvero cosa ha funzionato.