Se il Consorzio Universitario di Agrigento è in affanno – sullo sfondo c’è, in realtà, l’università statale rumena che si affaccia sul mercato proponendo tre corsi nuovi di zecca – è anche “colpa” del polo di Trapani. Che nell’ultima fase, dopo aver attraversato anch’esso un periodo critico, sembra risorto e ha inaugurato nuovi corsi come “Architettura e Ambiente costruito” e “Scienze del Turismo”. Sul consorzio trapanese – che conta su 800 iscritti – Micari punta molto e negli ultimi giorni lo ha dimostrato con la stipula di una convenzione per lo sviluppo del polo universitario e la compartecipazione ai costi del decentramento. Soldi che Trapani potrà garantire grazie alle direttive degli assessorati regionali alla Pubblica Istruzione e al Bilancio, che hanno sbloccato i fondi per i consorzi universitari. Anche Caltanissetta, il terzo polo dipendente da Palermo, non denota particolari complicanze, se non una situazione debitoria (si parla di un milioncino) nemmeno paragonabile al caso Agrigento. La sua scuola di Medicina al momento è salva.

Chi al momento non accusa i segni del tempo e delle difficoltà finanziarie è Noto: il Consorzio Universitario Moderno Orientale (l’acronimo è Cumo) ha ottenuto di recente l’ultimo regalino. Ossia il corso di Scienze Giuridiche che nei prossimi giorni l’Università di Messina chiuderà a Priolo e trasferirà nel cuore del barocco. A Noto c’è un’ampia offerta formativa: giurisprudenza si aggiunge a in Scienze della Formazione e della Comunicazione, in Scienze del Servizio Sociale e in Scienze e Tecniche Psicologiche. Ci sono anche gli indirizzi magistrali in Scienze pedagogiche, in Scienze Cognitive e Teorie della Comunicazione. E’ possibile, inoltre, frequentare un Master di I° Livello in Tecnologie Avanzate di Formazione e Comunicazione per le Scienze Cognitive e Pedagogiche.