Tracciare chi, come, quando

Da sinistra: l'assessore alla Salute, Ruggero Razza, e il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci

Tra nuove e vecchie suggestioni – da una parte l’idea di affidarsi a un sistema di tracciamento non invasivo, dall’altro il ricorso all’ex capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, per svilupparlo – la Sicilia è pronta a riaprire i porti (ma anche gli aeroporti e le stazioni ferroviarie). Alla vigilia della fase-3, l’unico elemento certo è che dalla mezzanotte di oggi si potrà ricominciare a circolare tra regioni, senza la necessità di mettersi in isolamento per 14 giorni dopo essere giunti a destinazione. Musumeci, infatti, ha firmato l’ordinanza che darà il via libera a tutti gli spostamenti fin qui non contemplati: fra cui i viaggi di piacere. Riparte così la stagione del turismo, anche se gli aerei e i treni (almeno per le prossime due settimane) sono dimezzati rispetto al periodo pre-pandemia.

Da domani si procederà a ultimare e rendere operativa un’app (dal 5 giugno) che permetta di contemperare le esigenze vacanziere, quelle degli operatori turistici, ma anche e soprattutto quelle legate al contenimento del rischio di nuovi focolai. Detta così sembra facile, ma non lo è affatto. La Regione siciliana, infatti, ha ingaggiato un consulente navigato come Guido Bertolaso, che sta aiutando Musumeci e Razza (ma anche l’assessore al Turismo Manlio Messina), ad adottare una strategia chiara. Che, per dirla con l’assessore alla Salute, consenta anche a “una persona anziana” di “poter venire in Sicilia, serena, perché se le succede qualcosa c’è chi ci pensa”. Domattina alle 11.30 la proposta verrà presentata in conferenza stampa a palazzo d’Orleans.

La soluzione è stata individuata in una app da scaricare sul telefonino, che fungerà come “sistema di tracciamento” per coloro che da domani approderanno sull’Isola da turisti. In realtà l’applicazione esiste già: si chiama “Sicilia SiCura” ed è stata lanciata a fine marzo dall’assessorato alla Salute. Sostanzialmente, andava scaricata su base volontaria e avrebbe permesso a tutti coloro i quali si sarebbero messi in isolamento una volta rientrati sull’Isola, di comunicare le proprie condizioni di salute (fino a due volte al giorno). Inoltre, era necessario indicare il luogo della quarantena e gli eventuali contatti avuti prima e dopo il viaggio, in maniera tale da circoscrivere l’eventuale insorgere di focolai. Tra i requisiti di “Sicilia SiCura”, oltre alla comunicazione dei dati sensibili, c’è anche un sistema di geolocalizzazione che, pur nel rispetto della privacy, consente di determinare che il soggetto “schedato” si trovi realmente all’interno del territorio della Regione siciliana.

Questa era la app prima. Adesso, però, cambia pelle. In una intervista al Corriere della Sera, il governatore Nello Musumeci ha spiegato cosa vuol dire secondo lui “tracciare”: “Occorrerà verificare la provenienza, l’esistenza di eventuali casi sospetti nel nucleo familiare, indicare giorno dopo giorno la tracciabilità della presenza del turista”. Si tratta di modalità stabilite su base regionale, che dovranno ottenere il via libera da parte del governo nazionale. E’ probabile che accada, al fine di alleviare le preoccupazioni delle regioni Covid-free, che insistono per vietare l’apertura indiscriminata dei confini alle regioni più colpite del Nord Italia. Il sistema di “registrazione” sarebbe un buon compromesso quasi per tutti. Tuttavia, bisogna cogliere le sfumature di un sistema che prima d’ora non era mai stato sperimentato in questi termini.

L’obiettivo della Regione siciliana, ovviamente, è accogliere i turisti nella massima sicurezza. Così, chi sceglie di mettersi in viaggio per l’Isola, dovrà fare alcune operazioni preliminari: 1) misurare la temperatura corporea, autocertificare il proprio stato di salute e compilare un modulo prima di mettersi in viaggio – quindi all’imbarco – , con i propri dati personali, affinché la compagnia aerea o di navigazione possa ricontattarlo nei quattordici giorni successivi al viaggio, qualora a bordo ci sia un positivo al Covid (all’interno del modulo, ogni governatore potrà scegliere quali informazioni richiedere); 2) registrarsi al sito www.siciliacoronavirus.it e farsi rilasciare username e password, con cui – successivamente – sarà possibile accedere all’app “Sicilia SiCura”, che nel frattempo bisogna scaricare sullo smartphone o sul tablet; 3) giunto in albergo, o alla propria destinazione, si dovrà compilare un secondo modulo, che rimarrà per 14 giorni nella disponibilità della struttura. L’obiettivo, anche in questo caso, è poter “tracciare” gli spostamenti di chi arriva in macchina o in treno e risalire ai “contatti” con eventuali positivi (è un sistema già adottato da palestre e ristoranti).

Ma la fase su cui esistono tuttora delle incertezze, e che bisogna esplorare a fondo, è la 2). Quella relativa all’app. Musumeci, intervenendo ieri a “Un giorno da pecora”, su Radio Rai, ha dato un’indicazione di massima: “Sarà assolutamente facoltativa”. La decisione è stata determinata da un colloquio con l’ufficio legale della Regione e, probabilmente, in seguito alle indicazioni fornite in conferenza Stato-Regioni. L’obiettivo, infatti, è non porre alcun tipo di ostacolo rispetto alla libertà di movimento dei cittadini. In sostanza a cosa servirà l’app? Se il turista, durante la sua permanenza in Sicilia, dovesse riscontrare sintomi riconducibili al Coronavirus, potrà segnalarlo direttamente alla centrale operativa, che sarà istituita presso l’ospedale Bonino Pulejo di Messina. In quel caso, i sanitari interverranno direttamente dalla struttura per un primo triage “a distanza” e poi indicheranno al “sospetto positivo” come comportarsi. Non esistono, secondo il nuovo protocollo, stazioni intermedie: il contatto avverrà in maniera telematica (attraverso la app) e per telefono. “Il turista si fa registrare come tutti coloro che prendono un treno e un aereo – ha aggiunto Musumeci -. E ha il diritto di farsi applicare una app, ‘Sicilia SiCura’, con la quale può farsi accompagnare dal nostro sistema sanitario”.

Il Piano Bertolaso, ribattezzato “Sicilia, una regione a turismo speciale”, comprende anche la possibilità di far riferimento a una squadra di medici anti-Covid presenti sul territorio, probabilmente nei luoghi di vacanza, per isolare immediatamente il virus al suo primo manifestarsi. “Stiamo istituendo le unità sanitarie turistiche e stiamo lavorando con il coordinamento di Bertolaso per il protocollo sicurezza – ha aggiunto Musumeci – Incontreremo tutti il 3 mattina, compresi i responsabili degli aeroporti e dei porti; dal 5 giugno saremo operativi anche con la app, ma già dal 3 le persone potranno arrivare nell’Isola”. Il protocollo non conterrà, al proprio interno, l’obbligo di accertamento sierologico, che può essere somministrato solo in maniera volontaria. Oltre le libertà individuale è impossibile andare: lo sanno anche i muri.

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