S’avanza la trattativa Stato-Matti

Ingroia, da giudice antimafia a politico mancato. Tornato alla ribalta per un bicchiere di troppo. Un articolo per Il Foglio

Mentre il Santoro guerrapiattista abbraccia il Salvini pacifista, infatti, c’è già un altro pezzo di sinistra radicale pronto a buttarsi addirittura su Francesca Donato. Per chi si fosse distratto, una specie di Vito Petrocelli del Carroccio, con la differenza che è stata lei, l’europarlamentare no vax, no euro e sì Putin, a lasciare la Lega (del resto, dovessero espellere tutti i parlamentari con tali caratteristiche, ne rimarrebbero ben pochi nella Lega, e Salvini non sarebbe tra questi).

A sostegno della sua candidatura a sindaca di Palermo si è schierato Marco Rizzo, che dopo avere sostenuto il primo e anche il secondo governo Prodi, con il Partito dei comunisti italiani (scissione di Rifondazione comunista consumatasi proprio sulla questione dell’appoggio responsabile al governo di centrosinistra), si è da tempo reincarnato in leader comunista ortodosso, nel senso sovietico del termine. Ma la dichiarazione di sostegno più bella, per Donato, è venuta da un’altra luminosa icona della sinistra, l’ex pm antimafia Antonio Ingroia, uno che per rifondare la sinistra ha fondato e affondato già due o tre partiti (La mossa del cavallo, Rivoluzione civile, Azione civile…). Il padre dell’inchiesta sulla Trattativa Stato-Mafia ha infatti dichiarato di voler formare con l’ex leghista niente di meno che un «fronte costituzionale, popolare e democratico» per costruire «un’opposizione trasversale al sistema oggi rappresentato dal Governo Draghi».

Resta da capire dove sia rappresentato questo sistema, visto che in tv e sui giornali si vedono praticamente solo questo genere di rivoluzionari. Forse sarebbe stato meglio se gli italiani fossero andati al mare nel ’91 (e soprattutto nel ’93), lasciandoci una legge elettorale e un sistema politico certamente pieni di difetti, ma ben lontani da questa continua, interminabile, sfibrante trattativa Stato-Matti.

(tratto da Facebook)

Francesco Cundari :

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