Inutile che ridiate sulle imprecisioni di Gennaro Sangiuliano, risaputo titolare del Ministero della cultura, oculatamente scelto a suo tempo da Giorgia Meloni, il consenso, a destra, e forse non soltanto, si costruisce anche mostrandosi, assai umanamente, del tutto assimilabili alle attitudini medie, proprie di chi è comunemente impreparato, consapevole delle proprie carenze, e tuttavia, in fondo, non meno umanamente risolto, pronto a perdonare a sé stesso ogni limite, l’impreparazione, l’ignoranza stessa, l’approssimazione; non escludendo neppure che, per Sangiuliano, si sia trattato di una semplice confusione momentanea; doveroso beneficio del dubbio. Come ha spiegato bene Umberto Eco a proposito del successo di Mike Bongiorno in un breve saggio contenuto nel volume “Diario Minimo” del 1961 (“Fenomenologia di Mike Bongiorno”, il titolo). Dove esattamente l’errore determina semmai identificazione, addirittura simpatia; non è forse vero che accade di risognare in forma di incubo, anche da anziani, l’esame di maturità o perfino della patente di guida sentendo addosso il peso dell’impreparazione, i libri di testo mai sfogliati? Dunque, Sangiuliano, alla fine, è tutti noi.
Si sappia quindi che questa nostra riflessione è riferita innanzitutto a chi ride del ministro nella convinzione che l’errore delegittimi l’uomo di governo, ancor di più se occupa il dicastero appunto della Cultura, in questo caso la maiuscola appare retoricamente d’obbligo. Sulla facciata del Palazzo degli Esami di Roma, Trastevere, appaiono incisi i nomi di Dante, Leonardo da Vinci e ancora proprio di Galileo Galilei, quasi a incutere timore e senso di inadeguatezza in chiunque si appresti ad affontare la prova scritta, un monito da oggi, proprio grazie al ministro, depotenziato.
La gaffe, o piuttosto l’imprecisione, il lapsus, pubblicamente, candidamente consegnati da Sangiuliano al pubblico, e forse perfino a sé stesso, è facile a dirsi. Durante un dialogo con il giornalista Paolo Conti del “Corriere della Sera”, al Teatro Greco di Taormina, nell’ambito del festival “Taobuk 2024 – Identità italiana, identità culturale”, così il nostro ha pronunciato con tono assertivo: “Colombo voleva raggiungere le Indie circumnavigando la Terra sulla base delle teorie di Galileo Galilei”. Continua su Huffington Post