“Chi pensa che a Lampedusa non si debba fare accoglienza sbaglia. Siamo al centro del Mediterraneo, sono stato imbarcato sui pescherecci, la regola del mare è: soccorrere tutti”. E alla fine, di riffa o di raffa, ce l’ha fatta Totò Martello. Ha ottenuto quello che voleva, lanciando il guanto di sfida niente popò di meno che a Matteo Salvini. Il sindaco di Lampedusa, espressione zingarettiana del Pd se ce n’è una, ha lottato a suon di dichiarazioni col Ministro dell’Interno fin dai primi attimi in cui la Mare Jonio, la ong italiana che aveva salvato 49 migranti al largo della Libia, aveva scelto di puntare sull’Italia.
“Se qualcuno sta per annegare mica gli dici che non lo aiuti perché c’è il decreto. In mare non esistono circolari, se c’è bisogno io chiedo di entrare e tu mi devi far entrare, basta”. Sono queste alcuni delle frasi più celebri della “lotta” di Totò Martello. Subentrato, nell’isola che per più di un decennio è stata la meta preferita dei disperati, al premio Unesco per la Pace Giusy Nicolini. Che però a Martello non ha lasciato una buona eredità sul piano dell’accoglienza. Tanto che in campagna elettorale se n’era lamentato: “Il salvataggio è sacrosanto, ma l’accoglienza va riorganizzata rispettando le regole che la giunta Nicolini ha disatteso per prima: il nostro centro di Contrada Imbricola ha 300 posti disponibili, se metto altri 700 stranieri o più, come si fa poi a proclamare al mondo che a Lampedusa facciamo una buona accoglienza?”.
Il fenomeno migratorio va controllato. Ma l’accoglienza non è un concetto da estirpare, quasi fosse un cancro. Piuttosto, Martello ha ribadito la sua volontà ferrea. Mentre Salvini aizzava la Finanza, lui apriva il porto: “Mica ci sono i cannoni puntati. La nave è italiana, i migranti salvati in mare vanno fatti sbarcare, curati e rifocillati”. Alla fine sono stati fatti scendere. La nave sotto sequestro non cancella il segno di una battaglia giusta. Martello, che non è certo un novellino della politica, ha già indossato la fascia tricolore per nove anni (dal 1993 al 2002). Era fuoriuscito dal Pd – abbracciando il civismo – quando questo si apprestava a diventare un partito personale. Un altro sindaco che si dichiara rivale del Ministro dell’Interno: “Salvini dice che i porti sono chiusi. Ma da noi sono continuati a sbarcare. Nel 2018 abbiamo avuto 300 sbarchi, con oltre 3.000 persone. Se Lampedusa fa ancora parte dell’Italia – riflette Totò Martello – non è vero che i porti non sono aperti. L’Isola è stata abbandonata. Anche la stampa non ci dà più le stesse attenzioni. Questo è un fatto”.