Evviva le province, evviva la casta

La Commissione Affari istituzionali dell'Ars, dove ieri è stato incardinato l'ennesimo tentativo di riforma delle ex province

Via libera al Ddl province da parte della I commissione Affari Istituzionali all’Ars. Prosegue spedito l’iter che porterà alle prossime elezioni provinciali. Il testo adesso passerà in Commissione Bilancio,
per poi approdare in Aula per l’approvazione finale (non prima di settembre). La finestra temporale per le elezioni provinciali dovrebbe essere tra il 15 aprile e il 30 giugno 2024. Sodisfatti tutti i partiti, compreso il Pd: “Abbiamo dovuto sopperire all’incapacità del governo di attuare la legge sui Liberi Consorzi procedendo alle elezioni di secondo livello ed al trasferimento delle competenze – è il commento del capogruppo dem, Michele Catanzato -. A questo punto il ritorno alle Province ed all’elezione diretta è l’unica strada percorribile, certamente meglio del caos in cui la maggioranza Musumeci ci ha fatto precipitare”.

Per Fratelli d’Italia l’iter “è connesso all’atteso provvedimento con cui il governo nazionale cancellerà la riforma Delrio. Finalmente sarà reintrodotto il voto diretto, restituendo ai cittadini la parola che era stata loro negata dalla nefasta abolizione delle Province voluta dal governo Crocetta all’insegna della demagogia e che ha comportato pure gravi ricadute sui servizi”. Intravaia e Savarino spiegano che “sono previsti collegi da 60 a 120 mila abitanti, in modo da garantire una notevole rappresentanza territoriale. In aula riproporremo la figura del consigliere supplente. Monitoreremo l’applicazione del decreto assessoriale che disporrà maggiori competenze in tema di acque e rifiuti”.

Meno ottimista il Movimento 5 Stelle: “I partiti che sostengono Schifani esultano per l’approvazione” ma “in Commissione Affari Istituzionali si lanciano gli stracci perché non sono d’accordo praticamente su nulla, comprese le funzioni e le competenze stesse degli ex enti di area vasta. La maggioranza – sottolineano Ardizzone e Cambiano – risulta spaccata su tutti i fronti meno che uno, ovvero assicurare organi elettivi, ma poi non hanno accordo su nulla, a partire dalle dimensioni dei collegi, passando per la percentuale di sbarramento, alla data stessa delle elezioni”.

L’assessore alle Autonomie locali, Andrea Messina, esulta perché “onoriamo un impegno assunto con i siciliani in campagna elettorale nella realizzazione delle grandi riforme istituzionali” e  “si recupera quel rapporto con i territori che si era lacerato lasciando materie, quali la gestione delle strade e delle scuole all’improvvisazione. Con questa legge, fortemente sostenuta dal Governo regionale, i siciliani potranno eleggere direttamente il presidente della Provincia e tra i consiglieri sarà garantita la rappresentanza di genere”. Gli fa eco Schifani: “La riforma delle Province, con la reintroduzione dell’elezione diretta, rappresenta un obiettivo del programma di governo. Un nuovo modello istituzionale essenziale per la migliore gestione del territorio. Sono certo che alla ripresa dei lavori, anche l’Aula, nel rispetto delle regole parlamentari e della dialettica politica, approverà la riforma attesa da anni”.

Paolo Cesareo :

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