Tornano i bluff del bilancio

Gaetano Armao e Nello Musumeci, rispettivamente ex assessore all'Economia ed ex presidente della Regione

Con la nuova sessione finanziaria alle porte – a causa del ritardo nel giudizio di parifica della Corte dei Conti, la Regione sarà costretta all’esercizio provvisorio per un paio di mesi – l’Assemblea regionale ha approvato ieri, a tarda sera, le variazioni di Bilancio per l’esercizio 2020. Una sorta di “correzione” delle previsioni di spesa iniziale, per rimpolpare dei capitoli che, in base alle mutate esigenze, rischiavano di risultare troppo scarni. La “manovrina” ha portato con sé un mare di polemiche: intanto sulla tempistica, dato che i deputati si sono ritrovati a votare a distanza di 24 ore da quando si era pronunciata la commissione Bilancio, con poche ore (quattro) per presentare gli emendamenti. Poi perché queste variazioni, che registrano mezzo miliardo di minori entrate (per gli effetti della pandemia) e appena 92 milioni di spesa, non hanno una copertura immediata. Così sostengono le opposizioni, facendo riferimento a una norma in attesa di approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, relativa al ripianamento della rata del disavanzo, che prevede inoltre di posticipare al 2021 la prima rata (da 421 milioni). Secondo la previsione di legge, “il disavanzo e le quote di disavanzo non recuperate, relative al rendiconto 2018, non potranno essere ripianate oltre il limite massimo dei dieci esercizi”. E “in ogni caso l’applicazione del presente comma non può avere effetto sulla gestione dei pagamenti”.

L’assessore Armao ha comunque specificato che quella somma è coperta da una “clausola di salvaguardia” e che dietro l’angolo non dovrebbero esserci sorprese. Dopo una Finanziaria di cartone, siamo di fronte a delle variazioni (più o meno) della stessa natura. Ma cosa prevede questo spostamento di risorse? Al capitolo dei forestali finiscono 33 milioni, 3,4 per i parchi, 1,2 per le riserve, 2,4 per l’Irsap (ancora senza un presidente), 1,7 per l’aeroporto di Comiso e una parte anche la ricapitalizzazione di Airgest, la società che gestisce lo scalo di Trapani. Poi ci sono 5,6 milioni per i lavoratori Asu ed ex Pip, 2,5 milioni per ricapitalizzare Siciliacque (altra partecipata regionale) e 1,9 milioni per l’istituto nazionale della Vite e dell’Olio. Approvato anche l’articolo 2, che prevede di rimpinguare i conti dei comuni diventati “zona rossa”, mentre è passato un emendamento per garantire un milione ad Amat (a garanzia degli stipendi), la municipalizzata di Palermo che si occupa di trasporti, con qualche protesta da parte dei deputati di altre province. Prorogati anche i precari degli enti pubblici.

Critici i Cinque Stelle. “Non c’è niente fare, le manovre con coperture molto incerte, stanno divenendo il marchio di fabbrica del governo Musumeci. Era accaduto con la cosiddetta Finanziaria di guerra, incentrata sulla rimodulazione dei fondi europei, si sta riproponendo ora con il ddl sulle variazioni di bilancio, costruito con una clausola di salvaguardia che si basa non su una norma, ma su una proposta di norma, l’articolo 7 del decreto legislativo n.158 del 27 dicembre 2019, attualmente all’esame del Consiglio dei ministri. Mi pare un modo di legiferare veramente folle”. Lo afferma il deputato M5S Luigi Sunseri, componente della commissione Bilancio dell’Ars, in relazione alle somme che dovranno essere messe in campo per il ddl sulle variazioni di bilancio, approvato ieri a sala d’Ercole con il voto contrario del M5S. “Se dovesse crollare il pilastro dell’ok di Roma – continua Sunseri – con le somme dell’articolo 111 del Dl 34 potremo coprire solo le spese obbligatorie che non possiamo coprire per mancate entrate dovute al Covid, non finanziare nuova spesa”.

Sottolinea l’anomala copertura del ddl anche l’altro deputato Cinque Stelle della commissione Bilancio, Nuccio Di Paola. “In meno di 24 ore – dice il deputato – dall’ok in commissione Bilancio all’arrivo oggi in aula, abbiamo visto ridurre il fondo conteziosi di ben 12 milioni di euro, passato da meno 50 milioni a meno 62. E questo a riprova delle coperture ballerine previste dal governo. Non è ammissibile che si saccheggi il fondo in questo modo, e ciò è dovuto anche alla mancanza della banca dati sui contenziosi che ci chiede da tempo la Corte dei Conti, su cui il governo continua a dormire”. “La cosa assurda – continua Di Paola – è che a Siciliacque andranno 2,5 milioni di euro che non arrivano dal fondo contenziosi”.

Anche il Pd denota alcune anomalie: “Una manovra senza fondamento che si basa in buona parte sul fondo destinato alla copertura per le minori entrate. Il governo sta pericolosamente imboccando un tunnel senza via di uscita mortificando le regole della contabilità pubblica e mettendo a rischio la manovra finanziaria ed il futuro economico della Regione”. Così Giuseppe Lupo capogruppo Pd all’Ars in aula durante la discussione generale sul ddl di variazione di bilancio presentato dal governo. “Sono troppi i nodi da sciogliere a partire ovviamente dai fondi da utilizzare – ha continuato Lupo – fino al discutibile iter che il governo sta seguendo proponendo l’esame delle variazioni bilancio quando mancano pochi giorni alla scadenza del termine ultimo per il varo dell’esercizio provvisorio e togliendo al parlamento, visti i tempi ristretti, qualunque possibilità di analisi del testo presentato. Per non parlare – ha aggiunto il parlamentare Pd – dell’annuncio della volontà di incardinare un nuovo disegno di legge che ha tutto l’aspetto di una vera e propria anticipazione della finanziaria che rischia di trascinare l’Ars nel vortice dei ‘collegati’ che già lo scorso anno ha fatto ridere amaramente i siciliani”.

L’Ars infatti tornerà a riunirsi il 28 dicembre con una nuova legge di spesa, denominata “Disposizioni finanziarie per il sostegno ai processi di crescita e ripartenza del sistema produttivo regionale”.  “Incardineremo questa legge al più presto – ha spiegato il presidente Miccichè – perché ci sono ancora dei lavoratori da pagare, come quelli della Camera di Commercio o dei Consorzi di Bonifica. Se necessario dovremo lavorare anche la notte di Natale, perché queste persone sono padri e madri di famiglie che hanno bisogno di risposte e di rispetto. Prego affinché tutti, dai dirigenti ai funzionari, diano una mano a trovare le soluzioni. Io ce la sto mettendo tutti, mi sento molto responsabilizzato dalla situazione che c’è oggi in Sicilia. La gente ha bisogno da parte della pubblica amministrazione”.

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