Bufera sull’AST, l’Azienda Siciliana Trasporti, società interamente partecipata dalla Regione Siciliana. I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di nove persone, indagate a vario titolo per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica in atto pubblico, frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata ai danni dello Stato.

Un indagato si trova agli arresti domiciliari, ad otto sono state notificate la sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio e il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno. Complessivamente gli indagati sono 16. Secondo la Guardia di Finanza la gestione societaria da parte dei vertici dell’azienda sarebbe stata «superficiale e privatistica». Secondo le indagini, la dirigenza dell’Ast avrebbe violato inoltre le norme sulla trasparenza pubblica con la complicità di alcuni imprenditori, turbando diverse procedure di appalto come quelle sull’acquisto di pneumatici, a danno di altri possibili fornitori, sull’approvvigionamento di autobus aziendali, attraverso il ricorso alla procedura negoziata, sull’affidamento del servizio di revisore contabile e sulla fornitura di servizi per le fasi di startup di una compagnia aerea.

Ai domiciliari è finito Andrea Ugo Fiduccia, 71 anni, direttore generale Ast. Interdizione di pubblico ufficio per 12 mesi pe Gaetano Tafuri, 51 anni, ex presidente del consiglio di amministrazione Ast, Felice Maria Genovese, 53 anni, revisore contabile del bilancio Ast, Giuseppe Carollo, 62 anni, componente ufficio legale e affari generali di Ast. Divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per 12 mesi per Alessio Porzi, 62 anni, amministratore di fatto della società Porzimark srls di Cannara (Pg), Alberto Carrotta, 68 anni, amministratore di fatto della società Officine del turismo srl, poi ALC 14 srl di Palermo, Massimo Albanese 46 anni, referente della società Officine del turismo srl (poi ALC 14 srl) di Palermo, Mario Salbitani, 37 anni, referente della società IN.HR. Agenzia per il lavoro srl di Potenza, Giuseppe Telesca, 46 anni, referente della società IN.HR. Agenzia per il lavoro srl di Potenza.

Nel gennaio 2020 Fiduccia chiama proprio i referenti di IN.HR., la società di lavoro interinale, e fa l’elenco di una cinquantina di persone da assumere. In questo contesto, secondo quanto rivelato da alcune intercettazioni, spiega che “u ioco forte u fa la politica, io ne infilo qualcuno, no ca io infilo a tutti (il gioco forte lo fa la politica, io ne piazzo qualcuno, non infilo a tutti)” e aggiunge che “il contatto sono Miccichè o u presidente da Regione iddi sunnu”. Il riferimento è al presidente dell’Ars e al governatore.

Secondo Gianluca Angelini, comandante del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo “è stato delineato, sulla base degli elementi acquisiti allo stato delle indagini, un quadro esteso di possibili reati contro la pubblica amministrazione, posti in essere nell’ambito di una gestione privatistica dell’Azienda, che appare contraria alle procedure che dovrebbero orientare l’operatività di un organismo pubblico, a totale controllo regionale”. Le indagini hanno appurato che il direttore generale dell’Ast avrebbe dato in modo non legittimo l’incarico di revisore contabile ad un professionista, che secondo le indagini in cambio avrebbe omesso di segnalare le irregolarità contabili facendo apparire legittimi i bilanci della società pubblica.

E ancora il dirigente, in cambio della promessa dell’assunzione di propri familiari, avrebbe costruito su misura per una società una gara per la fornitura di servizi per la startup di una compagnia aerea del valore di 2.150.000 euro. Le indagini hanno fatto emergere anche alcune ipotesi di truffa: una in danno dell’azienda pubblica sul servizio di bigliettazione elettronica, del valore complessivo di 3,2 milioni di euro, attraverso l’utilizzo di documentazione falsa per simulare il possesso dei requisiti previsti nel bando. E infine su lavoratori a tempo determinato da parte dell’agenzia di lavoro interinale che si è aggiudicata l’appalto per 6 milioni di euro, in quanto le assunzioni sarebbero state influenzate da logiche di natura politica piuttosto che dalle effettive necessità aziendali.

Le reazioni della politica

«Com’è noto a tutti in Sicilia, il governo della Regione ha formalmente mosso in questi anni tutti i rilievi possibili al direttore dell’Ast, che ho incontrato una sola volta, in riunione al Palazzo Orleans – credo nel 2020 – e al quale ho manifestato pubblicamente tutta la mia disistima, chiedendo al presidente dell’Ast di rimuoverlo. Alla luce delle intercettazioni oggi diffuse, ho dato mandato ai miei legali di presentare una denuncia. Sono orgoglioso, invece, che nell’ordinanza – ancora una volta – si evidenzi come l’attività del mio governo abbia impedito la commissione di atti illegittimi. Siamo stati contro ogni malaffare e adesso (e nel futuro) emergerà sempre la nostra linearità di condotta rispetto a certe abitudini che, forse, si vogliono dimenticare». Lo dichiara il presidente della Regione Nello Musumeci, in relazione all’inchiesta che ha coinvolto la dirigenza dell’Ast.

“Chiedo al signor Fiduccia di indicare alla Procura i nominativi delle persone assunte su mia pressione, altrimenti lo denuncio per diffamazione. Non credo di avere il suo numero di telefono, né mi ricordo come sia fatto fisicamente. Quello di tirare fuori il mio nome sta diventando uno sport insopportabile”. Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, sull’inchiesta per corruzione e truffa che ha coinvolto l’Ast, l’azienda trasporti siciliana della Regione.

“Non spetta alla politica individuare eventuali profili penali, ma certamente l’inchiesta che ha colpito il management dell’Ast non può essere derubricata a questione che riguardi solo la Procura. Davanti alle circostanziate accuse di una gestione privatistica ed economicamente dissennata di un asset fondamentale per la Sicilia, di fronte allo scempio morale di un’azienda utilizzata come bancomat per assunzioni e clientele, ci chiediamo quale attività di controllo sia stata messa in campo dagli assessorati competenti in questi anni. E pretendiamo di sapere se il governo della regione stia monitorando l’azione delle altre società partecipate per scongiurare casi analoghi e per abolire definitivamente l’utilizzo criminogeno delle agenzie interinali al posto di procedure concorsuali pubbliche. Quanto all’immagine e ai fatti che quelle intercettazioni ci restituiscono, una volta di più siamo convinti che in Sicilia occorra una bonifica morale profonda che non può essere delegata al lavoro della magistratura. Un ceto politico, qualunque sia la sua collocazione politica, ripiegato solo sulla ricerca del consenso è una zavorra della quale i siciliani si devono liberare. Prima che sia troppo tardi”. Così il presidente della commissione regionale antimafia Claudio Fava.

“Il Governo regionale travolto dall’ennesimo scandalo: dopo lo scandalo della sanità e dei morti covid ‘spalmati’, oggi l’insopportabile vicenda che riguarda l’Ast, la controllata della Regione che si occupa del trasporto pubblico in Sicilia. Sono emersi – da quanto si legge – fatti corruttivi gravi che riguardano non soltanto le assunzioni di personale non necessario pilotate in base a logiche politiche, ma anche una gestione eccentrica degli appalti da parte di un un direttore generale che usava l’Ast ‘come se fosse cosa propria’”. Lo dichiara il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo in seguito all’indagine su truffa e corruzione della Guardia di finanza di Palermo sull’Ast. “Di fronte a questo ennesimo affronto – prosegue – e a fatti di una gravità estrema, il presidente della Regione Musumeci si deve dimettere. Emerge infatti, ancora una volta, la sua responsabilità sulla mancata vigilanza sulla qualità dei servizi e sulle modalità di gestione delle società controllate dalla Regione. E’ il compito principale di chi governa – conclude – , la Sicilia si merita un governo trasparente che curi gli interessi dei siciliani”.

“Il ciclone giudiziario che si è abbattuto sull’Ast era ampiamente prevedibile. A più riprese i deputati regionali del gruppo M5S avevano denunciato, con tanto di atti parlamentari, note all’assessorato e audizioni le anomalie che hanno contrassegnato la vita di questa partecipata con bilanci sempre in rosso, nonostante i grossi contributi di ‘mamma’ Regione. Preoccupano, e non poco, le voci di un presunto coinvolgimento della politica in questa incresciosa vicenda. In questo senso auspichiamo che venga fatta chiarezza al più presto dagli organi inquirenti”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Nuccio Di Paola. “Quello di Ast – sottolinea il deputato Luigi Sunseri, che sulle partecipate ha condotto uno studio accurato – è un sistema marcio che abbiamo sempre denunciato, dimostrando la mancanza di trasparenza negli appalti banditi dalla società. Proprio con l’ultima nota, del 4 Febbraio, chiedevo risposte sulla legittimità della nomina a direttore generale del dottor Ugo Fiduccia, oggi arrestato. L’Ast, in questi anni si è comportata come una società pubblica quando pretendeva i contributi e come una ditta privata quando doveva assumere figure professionali. Ho sempre segnalato il ricorso abusivo alla somministrazione di lavoro, comune anche ad altre società regionali, in quanto le assunzioni sono state influenzate più da logiche di natura politica che dalle effettive necessità dell’azienda stessa. Ricordo che a fine 2018, AST su un totale di 40 autisti assunti, 10 di loro provenivano dal Comune di Marineo, lo stesso del direttore generale”.