La Sicilia sarà la quinta regione d’Italia nel piano di riparto immaginato dal Ministero al Lavoro, retto dalla catanese Nunzia Catalfo, per le somme destinate alla cassa integrazione in deroga. Oltre ai 108 milioni di euro già accordati con decreto lo scorso 24 marzo, infatti, la Catalfo ha ipotizzato di destinare alle imprese dell’Isola ulteriori 110 milioni (la cifra non è ancora ufficiale). “Fra i 218 milioni del Ministero e i 41 della Regione – ha pronosticato l’assessore regionale al Lavoro, Antonio Scavone – in questa prima fase avremo la necessaria copertura finanziaria per fare fronte alle richieste”. In Sicilia, fino a ieri, se ne contavano 33 mila (rispetto alle 28 mila di venerdì scorso). Mentre il totale dei lavoratori che intende usufruire dell’ammortizzatore sociale è di 128 mila unità (rispetto alle 217 mila stimate dall’Inps). Ma va anche considerato che questa mole ingente di richieste è giunta in pochissimi giorni, comprese le festività pasquali.
Sono i commercialisti e i consulenti di lavoro, delegati dalle singole aziende, a inserire i dati del potenziale beneficiario all’interno della piattaforma SiLav, messa a punto dalla Regione. E la tensione si taglia con il coltello: nella presentazione delle domande, infatti, non sono ammessi errori di sorta, dato che i soldi verranno erogati (dall’Inps) seguendo l’ordine cronologico delle richieste pervenute ai centri per l’Impiego. Il governo nazionale ha destinato alla cassa integrazione in deroga un pacchetto complessivo da 2,9 miliardi (nel decreto Cura Italia), di cui aveva distribuito solamente la prima trance da 1,3 miliardi. Ad usufruirne sono soprattutto le piccole imprese, da uno a cinque dipendenti, che non hanno accesso ad altri tipi di ammortizzatori sociali. In questa fase, la cig in deroga avrà una durata di nove settimane. Il grosso punto interrogativo, almeno per la Sicilia, riguarda i pagamenti: le operazioni, infatti, sono cominciate in ritardo rispetto ad altre regioni come l’Emilia Romagna, dove in settimana saranno erogati i primi assegni. La Regione non ha ancora provveduto a comunicare i dati, per cui è molto probabile uno slittamento.