La Finanziaria è ancora in alto mare. Il primo ad ammetterlo è il vicegovernatore siciliano, e assessore all’Economia, Gaetano Armao, che questa mattina è stato convocato dalle opposizioni a palazzo dei Normanni. Motivo del dibattito: capire che fine abbia fatto la Legge di Stabilità approvata il 2 maggio e che, a tre mesi di distanza, non ha registrato un solo euro di spesa. Armao, dopo aver spiegato che la crisi post-pandemica avrà effetti preoccupanti per il Mezzogiorno, la cui ripresa, nel 2021, sarà dimezzata rispetto a quella delle regioni del Nord, è sceso nei dettagli.
Fin qui l’unico documento prodotto e approvato (il 23 luglio) dalla giunta è una delibera di riprogrammazione dei fondi Fesr, per 400 milioni di euro, che richiede un ultimo passaggio in giunta e, in seguito, sarà al vaglio del comitato di sorveglianza. Prima di essere “scongelati”, però, sarà necessario un parere da parte della commissione europea. Ma è solo una minima parte rispetto all’ammontare complessivo della manovra: cioè 1,4 miliardi. Il resto della Finanziaria, infatti, poggia sui fondi Poc (il programma operativo complementare). Ed è qui che sorgono le magagne: “L’interlocuzione con il Ministero per il Sud e la Coesione territoriale è in corso – ha spiegato Armao ai deputati -. La Puglia ha già avuto un incremento – di 700 milioni – con una misura record: il Poc è stato trasmesso e condiviso in ventiquattr’ore. Abbiamo chiesto che gli stessi criteri siano applicati anche alle altre regioni. I primi contatti sono stati attivati il 6 maggio e sono andati avanti fino a ieri (protagonista anche il neo dirigente generale alla Programmazione, Federico Lasco, ndr). L’ultima riunione, quella decisiva, è in programma per il 7 settembre, ma la Regione chiederà di anticipare, in modo da poter addivenire a una conclusione entro agosto”.
Ma i negoziati non finiscono qua. La Regione, nei prossimi giorni, in seguito a un decreto del Ministro per l’Economia Gualtieri, potrà “sbloccare” i 300 milioni risparmiati sul fronte dell’accordo di Finanza pubblica (contributo da un miliardo l’anno). Lo Stato ha accordato alle regioni uno “sconto” considerevole, che per la Sicilia vale 780 milioni. I restanti 480 milioni saranno disponibili in seguito all’approvazione del decreto agosto, ancora al vaglio del parlamento nazionale. “Questa quantificazione – ha spiegato comunque Armao – non è esaustiva perché nell’accordo è previsto che lo Stato si faccia carico integralmente delle minori entrate che la Regione dovesse avere nel 2020. Inoltre il Mef si è impegnato, entro l’anno, a riconoscere le norme di attuazione statutaria, da concordare insieme entro il 30 ottobre. Ho riepilogato al sottosegretario all’Economia, Alessio Villarosa, le questioni aperte. Non c’è alcuna possibilità di differire la chiusura di questo negoziato. La stessa Corte dei Conti ha detto che sulla scorta degli accordi già conclusi non si possono garantire i servizi”. La Sicilia è in attesa di un pieno riconoscimento dell’autonomia finanziaria, e spera di poter liberare risorse aggiuntive.
Infine, Armao ha annunciato di aver chiesto alla commissione paritetica di rinviare la prima tranche del disavanzo con lo Stato, pari a 421 milioni, di un anno. Anche in questo caso, il telefono squillerà. Prima o poi.
L’appello di Micciché: servono risorse subito
Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, durante la seduta dedicata alla situazione finanziaria della Regione, ha rivolto un appello alla giunta regionale, affinché solleciti il governo nazionale a dare attuazione alla richiesta di riprogrammazione dei fondi extra regionali. “Mi auguro che l’assessorato presti la massima attenzione a questo problema, visto il disagio di centinaia di famiglie e imprese siciliane colpite dagli effetti della pandemia – ha detto il presidente, rivolgendosi all’assessore all’Economia, Gaetano Armao -. Servono risorse certe e immediate”.
Lupo (Pd): Musumeci si confronti con il governo Conte
“Piuttosto che polemizzare con il governo Conte, che ha già riconosciuto alla Sicilia 780 milioni di euro per fronteggiare la crisi economica, il presidente Musumeci ha il dovere di chiedere un incontro urgente con il ministro Provenzano per la riprogrammazione dei fondi POC e PO FESR per sostenere il tessuto produttivo, le imprese e il lavoro in Sicilia”. Lo ha detto intervenendo in Aula il capogruppo Pd all’Ars Giuseppe Lupo. “Il presidente Musumeci dismetta i panni dell’oppositore al governo nazionale e si faccia promotore del confronto istituzionale di cui la Sicilia ha bisogno. Il Governo regionale – ha concluso Lupo – proponga la riprogrammazione dei fondi POC, con equità e trasparenza, prima che si apra la campagna elettorale per le comunali di ottobre, impedendo il pericoloso condizionamento del regolare confronto elettorale”.
Sunseri e Di Paola (M5s): “Il governo è un disastro”
“Il presidente della Regione Siciliana gioca a scaricabarile sulle tasche dei siciliani. In queste settimane abbiamo assistito alle accuse di Musumeci nei confronti del governo nazionale e anche dei dipendenti regionali. La variazione da 50 milioni certifica invece che la responsabilità del disastro in cui versano i conti della Regione è imputabile esclusivamente al governo Musumeci, grazie al quale purtroppo ai siciliani non arriverà un solo euro almeno fino a ottobre”. A dichiararlo sono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle Luigi Sunseri e Nuccio Di Paola a margine dell’intervento dell’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao che ha riferito a Palazzo dei Normanni sulla variazione di bilancio. “Vorremmo ricordare al presidente Musumeci – aggiunge il capogruppo M5S Giorgio Pasqua – che pur avendo approvato la finanziaria a fine aprile, non solo oggi i siciliani non hanno visto un centesimo, ma si prospettano per altro nuove attese certificate proprio dalla variazione di bilancio di 50 milioni di euro. I siciliani, come il bambino della favola di Hans Christian Andersen, si sono accorti che il re è nudo, nonostante si vesta di tecnicismi e belle parole”.
“Dalle spiegazioni di Armao – aggiunge Pasqua – si capisce solo che i tantissimi soldi promessi con la legge di stabilità di tre mesi fa nessuno li ha ancora visti e non si vedranno forse in autunno inoltrato. Oggi abbiamo assistito ad una arrampicata sugli specchi senza precedenti da parte dell’assessore all’Economia che, per conto del governo Musumeci, ha relazionato sullo stato di applicazione delle misure previste nella legge di stabilità. In estrema sintesi: Hanno sbagliato a chiedere di riprogrammare i POC prima dei FESR mentre avrebbero dovuto fare il contrario e, cosa altrettanto grave, hanno sbagliato i conti di ben 50 milioni di euro. Non si può governare una Regione con tale livello di approssimazione. A questi signori manca non solo l’ABC dell’economia ma anche e soprattutto l’onestà di ammettere i propri errori e dire chiaramente ai siciliani che stanno sbagliando tutto”.