La Finanziaria a rischio impugnativa

Il presidente della Regione, Renato Schifani, tra gli assessori Luca Sammartino (che è anche suo vice) e Marco Falcone

Nuova doccia fredda (in vista) per la Regione siciliana. Sotto la lente d’ingrandimento di Palazzo Chigi, come anticipato da ‘La Sicilia’, sarebbe finita l’ultima Legge Finanziaria. Il Ministero per il Sud e la Coesione territoriale, in una nota, ha confermato la «sussistenza di eventuali profili di illegittimità costituzionale» dando comunque la possibilità, al governo regionale, di presentare «osservazioni» sulle numerose «criticità» riscontrate. Riguardano quasi tutte l’utilizzo delle risorse di Sviluppo e Coesione, cioè soldi dell’Europa, che l’esecutivo ha utilizzato come copertura finanziaria. I rilievi riguarderebbero due profili.

Come spiega un articolo di Mario Barresi, “il primo, più rilevante in prospettiva va del successivo giudizio del ministero dell’Economia, riguarda alcuni interventi a valere sul Fsc 2014/20, per i quali – se fossero impugnati dal governo – non ci sarebbero più i margini di riprogrammazione, poiché c’è già stata la “tagliola” al 31 dicembre 2022. Con questo plafond, tranne che con bandi aperti, non si può effettuare nuova spesa. Su questo versante, sotto la lente d’ingrandimento della Coesione ci sarebbe l’articolo 116 e più nel dettaglio la copertura di tre finanziamenti: 700mila euro per la riqualificazione di un plesso scolastico a Capaci; 800mila euro per impianti sportivi a Floridia; 600mila euro per la manutenzione
straordinaria del mercato ortofrutticolo di Vittoria”. Si tratta di emendamenti voluti dal Pd.

“Più complessi e delicati – aggiunge ‘La Sicilia’ – ma tutto sommato ancora recuperabili, i rilievi
del ministero sulla nuova programmazione 2021/27. Nel documento ministeriale una nota critica sul quantum (alla Sicilia sono stati per ora riconosciuti 239 milioni, mentre risultano circa 700 milioni a valere sul nuovo Fsc), già parzialmente spalmato nella finanziaria regionale senza sapere a quanto ammonterà l’effettiva assegnazione”. Vengono ritenute a rischio anche altre norme, a partire dai fondi per il personale regionale, passando per i contributi alle imprese. Ma l’ultima Finanziaria ha dentro di tutto: merito dell’accordo a tavolino fra il governo e le opposizioni per arrivare a una rapida approvazione prima della scadenza dell’esercizio provvisorio (fissato per il 28 febbraio scorso).

Schifani, allertato da Roma, si è subito messo in contatto con il Ministro Fitto per chiedere l’anticipazione di 500 milioni del nuovo Fsc allo scopo di salvare le previsioni della nuova programmazione. E’ probabile che il faldone riguardante la Sicilia non finisca al centro della discussione del Consiglio dei Ministri il prossimo giovedì, come da premesse, per consentire alla Regione di presentare le osservazioni necessarie a salvare il salvabile. Ma la prima tirata d’orecchie del nuovo corso già ischia di lasciare il segno.

Falcone: “Non è colpa della Regione”

“L’impugnativa potrebbe essere fondata su un solo elemento oggettivo, ovvero i ritardi dello stesso ministero della Coesione sul trasferimento delle risorse del Fsc alla Sicilia”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, interloquendo con il quotidiano ‘La Sicilia’. Alla Regione, spiega Falcone, “l’allora ministro Mara Carfagna ai tempi del governo Draghi aveva previsto una anticipazione su tali risorse di 774 milioni, di questi però ne sono stati trasferiti di fatto solo 237. Oggi chiediamo le somme che mancano”. Ma questi soldi perché non arrivano? “Il ministro Raffaele Fitto s’era impegnato al trasferimento definitivo delle risorse entro gennaio, ma ciò non è avvenuto. Ed è una questione aperta – ricorda l’assessore di Forza Italia – per tutte le Regioni del Sud, tant’è che altri governatori hanno già sollevato il tema con forza al governo nazionale”.

Paolo Cesareo :

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