“Se il governo fosse antieuropeista, noi non staremmo un minuto di più al governo”. Alla fine, dopo giorni di tentennamenti, Antonio Tajani è arrivato ieri a minacciare la crisi. Dietro all’ultimatum, all’inedita postura muscolare del mite segretario di Forza Italia, c’è l’aggressiva concorrenza di Matteo Salvini che gli ruba il mestiere di ministro degli Esteri: venerdì il vicepremier leghista si è intrattenuto al telefono con il vicepresidente americano J.D. Vance e presto andrà ad abbracciarlo a Washington. E c’è, soprattutto, l’insofferenza della famiglia Berlusconi per la deriva che ha preso l’esecutivo di centrodestra. Marina, in primis, non ha gradito le ultime mosse di Giorgia Meloni. E sarebbe stata lei, raccontano, a spingere Tajani ad alzare la voce: “L’ho detto e lo ribadisco, la politica estera la facciamo io e Meloni”. Continua su Huffington Post
