Giuliano Pisapia, avvocato e parlamentare europeo, spiega a Repubblica i motivi per cui è contro la riforma della prescrizione: “I processi, nella maggior parte dei casi, si prescrivono durante la fase delle indagini e prima delle sentenze di primo grado. I dati dicono che la prescrizione interviene per il 53% dei procedimenti penali in fase d’indagine e per il 22% dopo il rinvio a giudizio, ma prima della sentenza di primo grado. E che il 75% degli indagati risulta innocente. Sono convinto che la controriforma Bonafede determinerà addirittura un allungamento dei tempi del processo”. Sul ministro: “Come possiamo pensare che chi chiede giustizia debba aspettare venti o trent’anni prima di una risposta? Il Guardasigilli è un avvocato: gli ricordo Beccaria, il quale diceva che la giustizia deve essere celere, pronta e giusta”. A chi individua questa riforma in chiave anti-Berlusconi (che in molti processi non l’avrebbe fatta franca), Pisapia risponde che si tratta di un argomento “serio e falsato”, e che al processo più importante, quello relativo al lodo Mondadori, “il reato si è prescritto in primo grado. Se in vigore, questa norma non avrebbe modificato niente”.